Allo “Stefano Vicino” di Gravina si disputa l’anticipo della 32ma giornata del campionato di serie D, girone H. La partita è stata anticipata per permettere alle due tifoserie di assistere al derby della Murgia, che altrimenti si sarebbe disputato a porte chiuse: domenica 22 Aprile infatti, a Gravina è di scena l’importante fiera di San Giorgio, che oltre a coinvolgere tutta la comunità gravinese, vede impegnate massivamente le forze dell’ordine che non avrebbero quindi potuto garantire il servizio d’ordine allo stadio.

I due club, di comune accordo, hanno quindi voluto permettere alle due tifoserie di vivere da protagoniste un match molto importante e sentito da ambedue le città, separate solo da una manciata di km. A tal proposito è opportuno segnalare che, tra i gruppi organizzati delle due tifoserie, vige una totale indifferenza e quindi alla partita di stasera mancano i classici sfottò che regalano spesso quel pizzico di pepe che rende speciale il calcio.

Presenti circa 3.500 spettatori con oltre 700 altamurani al seguito. Tra le loro fila da segnalare la presenza dei gemellati di Potenza. Le due squadre vengono accolte da uno spettacolo pirotecnico, fatto di “fotoflash” sponda gravinese e torce per gli ultras altamurani. Il tifo offerto da entrambi i gruppi è continuo e costante. Da segnalare, per gli ospiti, l’esposizione di uno striscione di vicinanza nei confronti di un leader della tifoseria Biancorossa al quale è stato notificato l’ennesimo DASPO.

La vittoria finale del Gravina serve solo a salvare una stagione abbastanza anonima e avara di gioie per loro, mentre per gli altamurani, vista la concomitante vittoria del Taranto, la sconfitta significa quarto posto. Da segnalare cori di scherno nei confronti degli altamurani partiti dal settore occupato dai tifosi “normali”, ai quali la Gravina ultras non ha partecipato. Gli altamurani a loro volta, coerentemente con quanto già fatto nei precedenti match disputati con i gialloblù, hanno ignorato gli insulti dimostrando una maturità da parte degli ultras che invece non hanno quei tifosi che per l’opinione pubblica dovrebbero soppiantare gli ultras stessi. Checché se ne dica, la cultura sportiva è tutt’altro che monopolio esclusivo di chi con la propria ipocrisia ci tiene a tracciar spesso la distanza dal mondo delle curve.

Michele D’Urso