Spesso le rivalità di campanile sfociano in derby accesi, ma nel mondo contemporaneo la veracità di partite “particolari” assume contorni meno netti, e le scorribande restano solo pallidi ricordi di un periodo ormai andato. Oggi allo stadio Stefano Vicino di Gravina i locali affrontano i cugini di Altamura, in un match che sul piano ultras è stato vissuto sempre con una certa indifferenza, relegando il campanile a semplici sfottò che solo i tifosi si rivolgono tra di loro, senza mai coinvolgere più di tanto i gruppi organizzati di entrambe le tifoserie.

Il derby della Murgia negli ultimi anni è diventato un classico e seppur abbia perso quel pizzico di pathos e attesa, è sempre capace di regalare emozioni sia sul campo che sugli spalti. Lo stadio di casa offre un bel colpo d’occhio, con la tribuna di casa stracolma in ogni ordine di posto, mentre i tifosi ospiti sono circa 500. In estate il principale gruppo organizzato del tifo gravinese aveva annunciato lo scioglimento per via di problematiche interne, e questo ovviamente impatta sul tifo dei locali, che solo sporadicamente e in maniera un po’ disordinata provano a spingere gli undici in campo: l’assenza di un gruppo ultras si vede e si sente e questo dovrebbe essere colto soprattutto da chi vorrebbe gli stadi come dei teatri, dove silenziosamente bisognerebbe assistere allo spettacolo. Da segnalare che all’ingresso in campo dei giocatori, la tribuna di casa si colora con i fumogeni giallo e blu. La vittoria per 2-0 regala al pubblico di casa la gioia dei tre punti e una posizione in classifica invidiabile.

Sono come detto circa 500 gli Altamurani giunti nella vicina Gravina e anche loro colorano il proprio settore con fumogeni e sciarpe alzate al cielo. Il tifo non sempre risulta continuo, sia per la pessima prestazione in campo dei murgiani che per il caldo torrido. Nel corso della ripresa vengono esposti due striscioni, il primo per rendere omaggio ai primi 5 anni di vita del gruppo “A gomito Alto” e il secondo di vicinanza alla tifoseria casaranese, recentemente colpita da un lutto.

Massimo D’Innocenzi