Salgo in macchina e pochi minuti dopo aver assistito alla gara del Velez, mi ritrovo davanti allo Stadio Bijeli Brijeg, nella parte croata della città. Lo stadio è molto particolare, con una tribuna altissima da una parte e quasi il nulla in tutti gli altri lati del perimetro, eccetto quattro o cinque gradini che fanno da curva per i tifosi di casa. Attorno allo stadio, che contiene 20.000 persone, si vedono tanti murales dello Zrinjski e niente fa pensare che il Velez celebrò tanti successi e per tanti anni in queste mura.

Attorno allo stadio non c’è nessuno, dentro invece sì: 2.500 gli spettatori assieperanno i gradoni, per una partita senza tifosi ospiti (non per repressione, ma per assenza “naturale”, diciamo così). Visto che parliamo del campionato bosniaco, uno dei più scarsi e poveri dell’Europa, non sono nemmeno pochi.

La partita tra Zrinjski e Vitez riserva comunque qualche sorpresa dal punto di vista tecnico: è davvero bella da vedere, scorre veloce, poche interruzioni, nessun brutto fallo anzi, quando il Vitez accorcia le distanze con un tiro da 30 metri, il marcatore viene perfino applaudito dalla Tribuna Centrale. Un fatto molto particolare, che qui sicuramente non mi sarei aspettato.

Nella gradinata laterale si ritrovano gli Ultras dello Zrinjski, che sono a dir poco schierati politicamente: non si trovano pezze che riconducano direttamente a ciò, però sui muri della città c’è una marea di celtiche, forse anche per prendere le distanze sia della gente che dagli Ultras della parte musulmana della città.

Gli Ultras Mostar 1994, nonostante la loro squadra sia campione in carica, non fanno grandissimi numero: 120, forse 150 ragazzi affollano i gradini della Tribina Stajanje. Anche loro – non bisogna forse nemmeno più dirlo nei paesi dell’Est – cantano incessantemente. Dopo il gol del loro vantaggio, accendono anche qualche torcia, per il resto il tifo è abbastanza monotono, ma comunque buono.

Mostar, non solo per il Ponte Vecchio, è una città che vale la pena di visitare. È una città dove si respira la storia, con tanti edifici ancora a pezzi dai tempi della guerra negli anni ’90. Che la situazione calcistica non sia delle più serene è ovvio, ma questo non fa che rendere tutto ancora più affascinante. Più di tutto, in questa città bisognerebbe vedere e vivere un Derby in cui tutto va al di là del calcio stesso, ma prima di realizzare certi progetti, ci sarebbe bisogno che risorga la nobile decaduta Velez. Allo stato attuale una pura utopia.

Remo Zollinger.