In questo fine settimana e con l’agevolo del turno pomeridiano di lunedì al lavoro, volevo evadere viaggiando un po’, ma cercando, allo stesso tempo, di fare una doppietta con partitelle importanti. Sfogliando il calendario balza subito all’ occhio Bari – Benevento al sabato e Bisceglie – Vultur Rionero la domenica.
La scelta è presto fatta, seppur con motivazioni diverse che mi spingono ad andare ed assistere a queste due gare: la prima Bari – Benevento è una gara interessante sia per i baresi, che comunque sono sempre una garanzia, sia perché volevo vedere all’ opera gli stregoni, attesi in 1200, in uno stadio “pesante” di serie B; la seconda è stata scelta perché non ho mai visto una partita interna del Bisceglie e poi perché era tanta la curiosità nel poter guardare i lucani da vicino. Di loro si dice un gran bene nell’ ambiente ultras, e vederli in questo campionato di serie D riconquistato dopo oltre più di venti anni accende la curiosità.
Tornando a Bari-Benevento, parto con il pullman che è ancora buio, per arrivare a Bari verso mezzogiorno. Ad attendermi c’ è Federico, altro ragazzo della famiglia di Sport people, che mi guida verso il lungomare dove ci berremo un paio di birre. Dopo un giro veloce torniamo alla stazione dove questa volta c’ è l’amico Massimo, a cui avevo promesso di essere presente ad una partita della Bari (promessa mantenuta!), che mi viene a prendere per andare al San Nicola.
Così, lasciato Federico, ci immettiamo nelle stradi baresi che ci condurranno nei pressi della caratteristica astronave pugliese, divisa in 28 settori denominati petali, costruita da Renzo Piano per i mondiali di Italia 90.
Allo stadio di Bari sono stato un paio di volte, di cui l’ultima quasi dieci anni fa, per questo ho un ricordo abbastanza sfocato sia dello stadio che delle strade adiacenti ad esso. Fortunatamente arriviamo nello storico impianto circa un’ora prima e, quasi leggendomi nel pensiero, Massimo propone un giro veloce intorno ad esso. Ho modo di accorgermi quanto siano cambiate le precauzioni degli organi di sicurezza rispetto al recente passato; il più delle volte sono veramente esagerazioni senza senso visto che, per esempio, costringono i tifosi di casa (che malauguratamente si trovano a passare nei pressi del settore ospiti) a fare una deviazione su un prato, ovviamente non curato e con l’erba alta.
Alla fine entriamo che manca una mezzora buona all’ inizio di Bari – Benevento, un confronto che manca da ben 32 anni; lo scenario di allora era il vecchio stadio della Vittoria vestito a festa per l’imminente promozione in B dei galletti.
Nel passato delle due squadre si registra anche la sfida del 4 maggio 1975 sospesa per gravi incidenti tra le due tifoserie mischiate nell’unica curva del vecchio stadio di Benevento.
Prendiamo posto sugli spalti con i gruppi giallorossi che entrano tutti insieme e striscioni in mano, mentre gli altoparlanti dello stadio fanno partire l’inno del Bari, con la curva che si colora di tante sciarpe biancorosse; le sciarpe comporranno, nel petalo centrale alto, una mini coreografia completata con uno sventolio da un lato di bandiere bianche e dall’altro di rosse con al centro altre bandierine a bande biancorosse e con la scritta “Bari” nel mezzo. Sempre nello stesso settore viene accesa una torcia a completare il tutto.
Entrano le squadre in campo ed i padroni di casa cominciano la loro gara sventolando diversi bandieroni. Dall’ altra parte gli ospiti, con il settore quasi pieno, si esibiranno in una bella sciarpata con conseguente roteamento in aria delle stesse.
Inizia il primo tempo ed i baresi partono fortissimo con battimani a tutta curva ed un livello d’intensità davvero notevole, calcolando anche gli spettatori presenti e quantificabili in oltre diciassette mila unità.
Battimani di ottima fattura eseguiti in maniera perfetta e continuo sventolio di bandieroni da parte sia dei Seguaci che dei Bulldog. In un paio di occasioni pure i Floriano Ludwig, spostatisi nella Tribuna Est, seguiranno la curva facendo dei battimani.
Il settore ospiti non sarà da meno, seppur sia stato difficile farsi sentire nella bolgia del San Nicola, soprattutto nei primi venti minuti di gioco. Tanti anche qui i battimani realizzati e le mani alzate ma non è cosi continuo lo sventolio delle bandiere, anche se qualcosa in più si vede nella seconda parte di gara.
Nel secondo tempo i biancorossi riprenderanno a tifare sempre in maniera costante e continua. Inoltre accenderanno altre tre torce in momenti diversi della partita. Sempre tanti i battimani ad accompagnare i cori e ritmati da più tamburi, cosi come non si fermerà mai lo sventolio di bandiere e bandieroni, nemmeno dopo l’ultima mezzora quando i Pugliesi prenderanno la bellezza di quattro gol. Ad essere sinceri la prestazione dei galletti non subirà ripercussioni nemmeno dopo i primi due gol segnati dal Benevento nell’arco di un quarto d’ ora. A dieci minuti dalla fine il Bari subisce il terzo gol, ma gli ultras di tutta risposta effettuano una sciarpata molto fitta per poi far roteare le sciarpe in aria dopo, incuranti del risultato e dell’imminente larga sconfitta. Quando si è giunti ormai al novantesimo minuto cantano un coro tutti spalle al campo a significare la poca importanza del risultato e a rimarcare che comunque loro ci saranno sempre. A tempo abbondantemente scaduto subiscono il quarto gol: per ricordare una sconfitta cosi larga in casa bisogna tornare indietro di quasi dieci anni.
Per quanto riguarda gli ospiti, invece, anche in questa seconda parte di gara il tifo è stato senz’ altro positivo con tanti battimani, soprattutto nel secondo settore in basso dove si riscontra una presenza più ultras. Bella e rumorosa la prima esultanza al gol, seguita dalla seconda ad un quarto d’ora dal termine che li fa esibire in una sciarpata a tutto settore veramente ben fatta. Hanno tempo di esultare altre due volte visto che il Benevento al minuto 93 fissa il risultato sullo 0-4, bissando l’unica vittoria scritta sugli almanacchi e datata 1952.
A partita finita e mentre lo stadio si sta svuotando gli ospiti si lasciano andare a qualche coro contro i baresi del tipo “ma che siete venuti a fare” e “fateci uscire a mezzanotte” oltre ai più classici “chi non salta è un barese”. I baresi rispondono prontamente mandandoli a quel paese omettendo il nome della squadra e sostituendola con un perentorio “nessuno”.
Usciamo dall’ impianto sicuri di aver assistito ad un bello spettacolo sugli spalti e, personalmente, contento di aver scelto questa partita. Prima di allontanarci ci aspettano vari minuti di traffico per via dell’unica strada in uscita percorsa dalle migliaia di persone che hanno assistito all’ incontro (ennesimo disagio per i tifosi), poi Massimo mi accompagnerà in stazione per i saluti finali e a me non spetterà che prendere il treno destinazione Bisceglie in attesa della partita di domani.
Marco Gasparri.