Appena sorteggiato il primo turno di Coppa Italia ero molto indeciso su quale partita scegliere e quindi ho preferito aspettare un po’ di giorni per riflettere sul da farsi. Sulla mia decisione hanno influito molto una serie di circostanze favorevoli che mi han portato a prendere questa decisione e seguire questa partita di coppa: in primis il cambio di campo (Helvia Recina indisponibile e quindi inversione di campo per cui la partita si disputa a Campodarsego); secondo il fatto che la Curva Just abbia deciso di tesserarsi per cui ero molto curioso di vederli all’opera in questa trasferta, dopo un anno in cui non hanno potuto seguire per forza di cose; per ultimo lo spostamento della partita al sabato pomeriggio: facendo una ricerca scopro che Campodarsego dista appena 11 km da Padova per cui decido di farmi una bella doppietta: sabato Campodarsego–Maceratese mentre domenica Padova-Seregno.

Parto con un pullman il sabato mattina e la prima sosta è all’autogrill di Badia al Pino, quindi una visita ed un momento di riflessione è doveroso farlo davanti alla lapide in ricordo di Gabriele Sandri, ucciso dall’agente Luigi Spaccarotella l’11 Novembre del 2007.

Arrivo a Padova alle 14:50 ed aspetto più di un’ora per prendere il treno che mi porterà a Campodarsego in circa 15 minuti. Arrivo alla piccola stazioncina che manca un’ora all’inizio della gara, per cui decido di raggiungere lo stadio “Gabbiano”, uno stadio inedito per me, a piedi.

Arrivo in zona stadio che manca una mezzora abbondante all’inizio delle ostilità, ritiro il mio accredito e sono subito in campo. L’impianto sportivo è abbastanza piccolo ma dotato di una grande tribuna per i tifosi di casa ed una curva come settore ospiti.

Appena messo piede sul rettangolo di gioco noto un paio di striscioni nella parte bassa della tribuna dei locali, quantificabili grosso modo sulle 400 unità. Nel settore ospiti prenderanno posto circa 70 ultras che metteranno in bella mostra le loro “pezze”.

A livello coreografico gli ultras marchigiani accenderanno un paio di torce e sventoleranno due bandiere. Nel primo tempo, poco dopo l’inizio della sfida, c’è già un colpo di scena visto che i locali passano inaspettatamente in vantaggio dopo appena quattro minuti, facendo esultare di gioia la tribuna. I maceratesi seppur in svantaggio non si perdono d’animo cercando di cantare e farsi sentire, accendendo inoltre un altro paio di torce in momenti differenti. Dopo una decina di minuti vengono premiati dal gol del pareggio siglato da Turchetta per cui l’intensità corale aumenta e sono discreti i battimani effettuati.

Nella tribuna dei locali c’è tanta gente che segue la partita seduta ma si fa notare un gruppo di 5-6 persone in basso che cerca di alzare qualche timido coro. Le squadre vanno al riposo sul risultato di 1-1. Nel secondo tempo la musica non cambia con gli ultras marchigiani che continuano a tifare accompagnando i cori con discreti battimani e sporadicamente li si vede sventolare anche le due bandiere.

Quando manca un quarto d’ora al termine la Maceratese passa in vantaggio, ma con grande caparbietà il Campodarsego riuscirà a pareggiare quando mancano appena 5 minuti al termine, facendo esplodere la tribuna in cui nel frattempo i 4-5 “ultras” hanno cantato qualche coro e sventolato una bandiera con sopra disegnato il logo della società.

La partita si protrae fino ai supplementari con la Maceratese di nuovo in vantaggio allo scadere del primo tempo supplementare ma nuovamente ripresa dal Campodarsego, con il gol realizzato all’inizio del secondo tempo supplementare. Così l’epilogo finale si trascina ai rigori dove ha la meglio la formazione maceratese e con la curva ospite che gioirà al passaggio del turno successivo.

Rispettive squadre sotto ai propri sostenitori a ricevere meritati applausi, sia vincitori che vinti, con il giocatore Kouko che si rifiuta di andare sotto i tifosi ospiti e con la presidentessa Tardella che, dopo aver seguito la partita nella curva ospite, con un megafono ringrazia i suoi tifosi per aver incitato continuamente i propri beniamini.

Prima di andare via i biancorossi fanno un paio di cori per i loro amici di Mestre, presenti con un paio di stendardi e bandiere. Decido di rimanere a dormire in questo paesino di appena 14 mila abitanti… domani mi aspetta un’ altra bella giornata di calcio.

Marco Gasparri.