È un Venezia carico di sogni e speranze quello che si appresta al varo della stagione 2016-17. Forse ogni nuovo anno calcistico arriva un po’ così, pieno di aspettative: anche quando un più sano e realista approccio consiglierebbe di non staccare troppo i piedi da terra, ogni tifoso coccola nel più profondo di sé il suo lato utopista e immagina di finire ben oltre le aspettative.
A Venezia però, almeno questa volta, è un po’ diverso dal solito. Lo si capisce quando sbirciando in panchina si intravede la sagoma di Pippo Inzaghi, un allenatore che, per quanto giovane, ha comunque una sua certa esperienza nella massima serie. Certo non felice, alla guida del Milan che aveva già condotto con soddisfazione nella sua rappresentativa Primavera, ma comunque resta un’esperienza formativa importante.
Il patron di questo Venezia è l’italo-americano Joe Tacopina, già presidente del Bologna e già parte della cordata americana in seno alla AS Roma. Avvocato di professione, quasi sempre riveste i panni del rappresentante di terzi dai patrimoni importanti, come in questo caso dove, al suo fianco, c’è la High Ridge Brands, una delle compagnie più grandi del Nord America del ramo cosmetico.
Ai nastri di partenza, almeno in linea teorica e nei proclami, questo Venezia si presenta convinto di poter dire la sua nella scalata alla Serie B, così dopo anni in cui è toccato masticare amarezze e bile, i tifosi si presentano allo stadio in buono spolvero. Numerico (per quanto non incredibile, c’è comunque un buon numero di tifosi ad assiepare gli spalti) e più di tutto qualitativo, con una Curva Sud che si presenta con un bel quadrato compatto, colorato e voglioso di tifare. Tante le manate, i cori, una bella sciarpata e un pungo di bandiere sempre al vento.
Da Forlì giusto una piccola rappresentanza di tifo, un po’ sfilacciata all’interno del settore ospiti, ma con un tale risicato manipolo era difficile chiedere troppo in termini di sostegno: resta l’onore di aver marcato “presente”, in questa trasferta non facile per una realtà che, calcisticamente ma anche in termini ultras, deve fare i conti con la vicina ed ingombrante presenza di Cesena, per cui, anche se in pochi, merito senza dubbio a chi c’era.
Testo di Matteo Falcone.
Foto di Luca Marchesini.