IL MOVIMENTO ULTRAS A TORTONA. 332 PAGINE DI STORIA E… GUAI A CHIAMARLE TIFOSERIE MINORI!

Dagli albori ai giorni nostri, dagli Ultras di fine anni ’70 alle entità attuali, “In casa giochiamo noi!” ripercorre gli oltre quarant’anni di storia del tifo organizzato Tortonese.

Attraverso testimonianze inedite dei protagonisti e con il supporto di circa 800 documenti fotografici, si snoda un viaggio che racconta nel dettaglio diverse generazioni di appassionati con un unico comune denominatore: il folle attaccamento alle casacche bianconere.

Come in una scalata temporale, suddivisa in decadi o dove possibile in singole stagioni, troverete descritto tutto ciò che concerne la vita della gradinata: le coreografie, le trasferte, la militanza, i rapporti di amicizia sviluppati negli anni con ragazzi di altre città, le rivalità storiche e quelle più recenti, il materiale autoprodotto, le contestazioni, i momenti di gloria e le delusioni più cocenti.

Un cammino che parte da lontano, dallo spontaneismo e dalla genuinità dei pionieri, prosegue con la crescita e la consapevolezza acquisita negli anni d’oro del tifo in Italia e termina con l’affacciarsi delle nuove generazioni che, tra mille difficoltà, avranno l’onore e l’onere di continuare a sventolare la bandiera con il leone rampante!

E poi l’autore è tutto un programma: Davide Buratti nasce e cresce a Tortona, inizia a frequentare il campo sportivo in tenera età, dapprima come raccattapalle e, successivamente, come membro attivo della tifoseria organizzata. Scrittore per caso, il percorso che lo conduce alla penna parte da molto lontano, precisamente da un precoce interesse per il mondo delle curve e soprattutto per il collezionismo Ultras, circoscritto ai suoi due grandi amori calcistici: il Derthona FBC 1908 e l’Internazionale di Milano. Interesse divenuto negli anni passione avida e meticolosa che persegue anche attualmente, nonostante abbia scollinato anagraficamente il mezzo secolo. Quando uno come Buratti scrive un libro, il risultato è assolutamente una vittoria. Davide è della prima generazione Supertifo, di quelli che la storia la conoscono perché l’hanno vissuta in diretta e quindi la possono e la devono mettere nero su bianco.

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