A due mesi di distanza dalla caotica serata del 27 giugno al “Savio” di Cesena, con applicazione retrodatata a partire dal 22 luglio, giorno di notifica dell’atto disposto dalla Questura di Forlì-Cesena, ecco che un Daspo della durata di un anno colpisce otto guidatori e/o allenatori coinvolti nella protesta che alcuni ippici campani misero in atto quella sera all’ippodromo romagnolo (nella foto), unico in attività in tutta Italia durante l’ennesima e più recente protesta del settore ippico contro il Mipaaf. Il provvedimento colpisce Giorgio D’Alessandro, Giorgio D’Alessandro jr, Giorgio D’Alessandro sr, Raffaele D’Alessandro, Mario Minopoli jr, Giustino Panico, Giuseppe Tizzano e Marcello Vecchione, ai quali quindi fino al 21 luglio 2016 «è fatto divieto di accedere ai luoghi, in Italia, ove si svolgono competizioni sportive con utilizzo di cavalli da trotto. Il divieto vige esclusivamente per i giorni e gli orari in cui, all’interno degli impianti sportivi, si tengono el competizioni ed avrà inizio due ore prima delle corse e termine dopo l’ultima corsa del programma di gara». Per fortuna agli otto professionisti si garantisce comunque il diritto al lavoro: «È fatta salva l’eventuale esigenza di accedere ad un determinato impianto, anche nei predetti giorni ed orari, esclusivamente a condizione che l’interessato debba esercitarvi la propria attività lavorativa (in qualità di allenatore o di guidatore dei cavalli) ovvero per altra valida ragione. A tal fine il medesimo interessato dovrà, in tutti i casi, preventivamente munirsi di autorizzazione, da parte della Questura di residenza, cui dovrà comprovare, adeguatamente e per tempo, l’esigenza suddetta».
Gli otto colpiti dal Daspo potranno fare ricorso al Prefetto di Forlì-Cesena entro 30 giorni dalla notifica avvenuta ieri, o alternativamente al TAR dell’Emilia Romagna entro 60 giorni. Molto probabile che i loro avvocati presentino almeno una istanza che garantisca magari l’autorizzazione “permanente” per la durata dell’intero anno, senza doverla invece rinnovare quasi quotidianamente.
Senza tornare sulla liceità e sui modi della civile protesta del 27 giugno a Cesena, va osservato piuttosto come curiosamente il provvedimento parli di divieto di accesso agli ippodromi in occasione di corse al trotto: quindi non si tratta di soggetti socialmente pericolosi per le corse al galoppo? E come questo Daspo riguardi esclusivamente gli otto professionisti su indicati e non gli altri partecipanti al sit-in.
Milva Carelli ha espresso solidarietà per conto dell’Ippodromo Paolo VI di Taranto. Tra le associazioni del settore nell’immediato s’è fatto sentire solo il Siag, comunicando contrarietà per il provvedimento e ricordando che il ritardo nell’inizio delle corse è sempre stato utilizzato dalle categorie in ogni agitazione del settore quale forma di protesta più diffusa. Staremo a vedere se nei prossimi giorni ci sarà qualche concreta e visibile forma di sostegnoagli otto colpiti dal Daspo da parte dei loro colleghi.