La scelta di non aderire alla tanto discussa tessera da parte degli ultras leccesi non mi aveva mai permesso di vedere dal vivo (da inviato di Sport People) i salentini in trasferta. Quindi, approfittando della libera vendita dei biglietti del settore ospiti nella partita con la Juve Stabia, mi reco senza pensarci due volte sul campo neutro del “Pinto” Caserta, sede di queste ultime gare interne dei gialloblu data l’indisponibilità del “Menti” causa lavori al manto erboso.

 

Gli stabiesi si posizionano sul lato sinistro della Tribuna e a dieci minuti dal fischio di inizio sono già carichi con tutti gli striscioni attaccati alla vetrata. Nel settore ospiti ci sono solo una cinquantina di semplici tifosi, gli ultras ancora non sono arrivati.

 

Inizia la partita e gli stabiesi partono forte e dopo cinque minuti si odono anche i primi cori dall’esterno dell’impianto: sono i leccesi che dopo un’altra manciata di minuti fanno finalmente il loro ingresso sugli spalti, tutti insieme, striscione alla mano, esplodendo un paio di petardi e lanciano qualche torcia in campo. Come ingresso veramente niente male.

 

Gli ospiti posizionano il loro materiale attaccandolo alla vetrata. Il tempo di organizzarsi e inizia anche la loro partita che, a questo punto, grazie all’apporto loro e dei padroni di casa, scorre via davvero velocemente e tutto è un bel vedere e un bel sentire.

 

Solo una decina di minuti di pausa dei leccesi a causa del malore accusato da un tifoso nel settore ospiti. I giallorossi accendono torce e fumogeni e coinvolgono quasi tutti i presenti trascinandoli nel supporto alla propria compagine. Si vede che hanno la giusta cattiveria e sono pieni di voglia di viaggiare e confrontarsi con altre tifoserie, dopo tutti questi anni di stop forzato.

 

Cori mai banali né da parte stabiese né da parte leccese, ma due modi di tifare a loro modo completamente diversi, caratterizzati soprattutto dalla presenza del tamburo per gli stabiesi mentre i leccesi ne sono sprovvisti.

 

Da annotare per le cronache qualche coro da parte leccese contro Bari e due striscioni da parte stabiese, uno per Paolo, tra i fondatori dei South Landers Siracusa, gemellati con gli stabiesi e l’altro per ricordare Nino Martinelli, giovane ultras stabiese venuto a mancare qualche anno fa, ma ancora vivo nella mente e nei cuori di tutti i suoi fratelli di Curva.

 

A fine partita, una partita molto scoppiettante terminata per 3 a 2 a favore degli ospiti, i leccesi e gli stabiesi continuano a cantare contro la tessera e gli ultras che hanno deciso di tesserarsi.

 

Testo di Emilio Celotto.
Foto di Emilio Celotto e Giuseppe Scialla.

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