Era già parecchio tempo che non vedevo i lucchesi in casa così come gli aretini in trasferta, nonostante il fatto che entrambe siano due compagini toscane e perciò operanti nella mia regione.
La tifoseria rossonera esce dal derby giocato all’Armando Picchi di Livorno, partita segnata da qualche episodio controverso che, tanto per cambiare, si è concluso con le immancabili diffide piovute in maniera gratuita.
Il Porta Elisa conta poco più di duemila spettatori, numero non certo da stropicciarsi le mani ma del resto che il calcio sia in profonda crisi non è certo un aspetto che fa notizia. In Curva Ovest, poco prima della partita, si forma un bel gruppo di persone che dietro le pezze rossonere comincia a rumoreggiare. I lati della curva sono deserti ed anche in gradinata le zone vuote abbondano segno di un feeling tra città e squadra che non sembra proprio ai massimi storici.
Gli aretini arrivano alla spicciolata mentre gli ultras si presentano a bordo di un paio di pullman ed il loro ingresso non passa certo inosservato visto che, tra un gesticolare e l’altro, l’ambiente comincia a scaldarsi. Gli amaranto alla fine sono in un ottimo numero, gli ultras posizionano in basso le proprie pezze e cercano di formare un gruppo unito.
Ad inizio partita gli aretini si fanno notare con bandiere e due aste mentre in Curva Ovest si preferisce aspettare il via delle ostilità per iniziare a sostenere la squadra.
Gli ultras rossoneri sono un bel gruppo unito e compatto, i cori sono tutti rivolti a squadra e città, molti sono a ripetere e quasi tutti sono accompagnati da battimani. Per quanto riguarda il colore, i lucchesi sfoggiano quattro bei bandieroni fatti sventolare nella parte bassa che fanno fino in fondo il proprio dovere.
Gli aretini partono bene, incitano a più riprese la squadra e non mancano di intonare un paio di cori offensivi verso gli avversari odierni; poi sul terreno di gioco la Lucchese segna due reti in rapida successione ed anche sugli spalti il risultato incide sulla prestazione delle due tifoserie: se i lucchesi alzano i decibel, gli amaranto si trovano a sostenere la squadra solamente con lo zoccolo duro della tifoseria con il gruppo che pian piano perde quella coesione che esteticamente fa sempre la sua figura.
Nella ripresa si ribalta completamente la situazione: l’Arezzo accorcia le marcature, raggiunge il pareggio e mette in difficoltà i padroni di casa. Ovvio che anche sugli spalti la tifoseria ospite si scaldi più del dovuto e torni a tifare quasi compatta: ora è un bel sentire, si nota che anche chi non è ultras partecipa attivamente ai cori ed ovviamente la prestazione ne giova. Alcuni cori vengono tenuti alti per diversi minuti ed anche per quanto riguarda il colore, un bandierone sventola quasi ininterrottamente per tutta la ripresa mentre in zona Fossa più di una volta vengono alzate alcune bandiere a due aste.
Il finale di gara è emozionante. Entrambe le tifoserie sperano nel colpaccio e lo dicono a chiare lettere ma alla fine il pareggio è il risultato che salomonicamente accontenta un po’ tutti visti gli applausi di incoraggiamento che si prendono i giocatori.
Qualche urlaccio a distanza mette la parola fine ad un derby piacevole ma tutto sommato vissuto in tono minore.
Valerio Poli.