Che per la Roma il crollo verticale fosse in agguato era cosa chiara e sotto gli occhi di tutti. Con una squadra allo sbando, orfana della vittoria in campionato da ormai più di un mese, dopo la sconfitta interna con la Sampdoria l’Olimpico aveva promesso tregua solo in vista del ritorno degli ottavi di Europa League contro la Fiorentina, ritenuta dall’ambiente l’ultima spiaggia per salvare una stagione che da ottima è diventata prima discreta e poi catastrofica. Ma andiamo con ordine.

Si gioca alle 19, orario assurdo stabilito dalla Uefa per non far sovrapporre tutte le gare in programma. Essendo un giorno lavorativo è facile immaginare le difficoltà logistiche per arrivare allo stadio, parcheggiare e soprattutto ritrovare la macchina senza il simpatico tagliandino bianco della Polizia Municipale.

Fortunatamente mi muovo con i mezzi e arrivo nei pressi dell’Olimpico con buon anticipo. Ritiro il mio accredito ed entro quando mancano una ventina di minuti al fischio d’inizio. Alla mia sinistra la macchia viola ha fatto il suo ingresso, sono circa 1.500 i tifosi fiorentini che non hanno voluto mancare al grande appuntamento. C’è entusiasmo attorno alla squadra di Montella, che al momento è ancora in lizza su tre fronti, con una finale di Coppa Italia quasi in tasca in virtù della bella vittoria nella gara d’andata allo Juventus Stadium.

Clima diverso per i romanisti, che come detto vedono questa partita come un vero e proprio spartiacque della stagione. E le cose andranno nel peggiore dei modi. Un copione che forse neanche il più pessimista dei tifosi giallorossi avrebbe saputo scrivere.

Le squadre fanno il loro ingresso in campo venendo salutate dalle rispettive tifoserie che esibiscono sciarpe, bandieroni e qualche torcia accesa qua e là. Il tifo parte alla grande ambo i lati, ma a rompere gli equilibri ci pensano gli eventi del campo. La Fiorentina trova il vantaggio già all’8’ con il calcio di rigore realizzato da Rodriguez. In rapida sequenza i viola raddoppiano con Alonso e triplicano con Basanta. E’ la goccia che fa traboccare il vaso, oltre che la già traballante pazienza dei supporters capitolini. La Sud toglie le pezze ed ammaina i bandieroni per poi abbandonare la curva invitando i giocatori ad andare a lavorare, con i classici cori.

Ovviamente la partita diventa un vero e proprio allenamento, con la prestazione dei tifosi fiorentini che, come facilmente immaginabile, vola sulle ali dell’entusiasmo. Bandiere, sciarpe, tanto colore e tanta voce. Resterà una data storica per il club gigliato e i propri tifosi.

A far da contraltare ai ritmi blandi dei giocatori, ci pensa un invasore. La reazione di steward e agenti in borghese sarebbe persino comica se non avesse il lato penoso di vederli correre all’impazzata neanche fosse fuggito l’ultimo dei criminali da Alcatraz. Ma su queste cose si sa che in Italia non c’è margine di tolleranza. Su altro sì, su questo no.

Nell’ultimo quarto d’ora di gara il blocco centrale della Sud rientra compattandosi e invitando la squadra ad andare sotto il settore al fischio finale. Ne nasce il classico dibattito tra tifosi e calciatori che solamente giornali e personaggi in malafede possono apostrofare come vergogna ultrà o ennesima dimostrazione di come il calcio sia in mano ai violenti.

Innanzitutto mi chiedo cosa ci sia di violento in tutto ciò. Sono scene che nel calcio ci sono sempre state e che credo siano persino doverose nei confronti di ragazzi che guadagnano cifre spropositate al cospetto di chi ha pagato 25 Euro per un settore distante un chilometro dal campo, per assistere a un simile scempio. Mi vorrebbe poi da dire che è troppo facile esaltare i tifosi quando chiamano la squadra sotto la curva per ringraziarla dopo una vittoria. In quei casi, magicamente, il tutto si trasforma da vergogna ultrà a scene che fanno il bene del calcio. Fate pace col cervello. E posate la penna primi di scrivere tali eresie per avere mille click in più sui vostri articoli.

Inoltre chi definisce Roma una piazza rovente e invivibile ha forse dimenticato il passato, anche recente. Non mi risulta che negli ultimi anni Trigoria sia stata presa d’assalto, nonostante i risultati tutt’altro che esaltanti. Così come mi risulta che il pubblico giallorosso sia stato sempre vicino alla squadra negli ultimi quattro anni di spettacoli spesso indecenti.

La buona fede e l’onestà intellettuale sono virtù per pochi. E purtroppo in questo mondo non c’è spazio per esse. Bugiardi, millantatori e fomentatori di piazza populiste sono invece i discussi padroni della società dei giorni d’oggi. Inutile farsi il sangue amaro.

Testo Simone Meloni

Foto Cinzia Lmr

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