Al Presidente e al Consiglio Federale della Federazione Italiana Giuoco Calcio.

Mentre scriviamo queste righe i convogli militari attraversano le strade della nostra città e della nostra provincia. Trasportano salme provenienti da Bergamo e destinate ai nostri servizi cimiteriali comunali.
Mentre scriviamo, lo scenario in tutta Italia è quello ormai tristemente noto, non è necessario che noi lo si descriva, coinvolge ospedali, aziende e milioni di persone, soprattutto le fasce più deboli della popolazione.

Con queste premesse crediamo non sia minimamente pensabile riaprire i campionati.
Il calcio è della gente, ed è giusto che il calcio ne rispetti i problemi, ne rispetti il lutto, rispetti un lasso di tempo minimo in cui fare silenzio, che non potrebbe di certo essere quello simbolico e ipocrita del minuto ad inizio partita, ma un tempo più lungo e giusto, a misura d’uomo.

Il calcio è un mondo ricco, troppo ricco, eccessivamente ricco. Per rispetto dei tifosi e di quello che stanno attraversando in questi giorni, non vogliamo sentire parlare di risvolti economici e scenari di depressione finanziaria riguardanti l’universo calcio, soprattutto se si tratta di “Serie A (TIM)”!

Ci si fermi.

A noi non interessano le decisioni che verranno prese in merito alla classifica, non interessa la categoria in cui militeremo l’anno prossimo, non interessa il risultato. A noi interessa che la nostra maglia venga onorata sul campo.
Rivederla sui rettangoli di gioco fra un mese non farebbe di certo risplendere i suoi colori, anzi, la vedrebbe ricoperta d’onta.
E questa è una vergogna che noi non vogliamo vivere e di cui non vogliamo essere complici.

Ci si fermi.

Curva ovest Ferrara