Tutto ha inizio con la prenotazione della vacanza in Croazia dal 6 al 14 agosto quando, subito dopo aver prenotato in un paese a 50 km da Spalato, do uno sguardo al calendario di Europa League e scopro che il 7 agosto, alle ore 19:30, c’è in programma la partita Hajduk Spalato-Shakter Karagandy.

Resomi conto della possibilità di vedere la famosissima Torcida dal vivo, nel mitico stadio Poljud, non ci ho pensato due volte. Arrivato il fatidico giorno, già dalla mattina non sto nella pelle: mi avvio tre ore prima della partita, sia perché sprovvisto di biglietto e sia per la voglia di respirare l’atmosfera fuori dal Poljud.

Ai botteghini noto che il prezzo della tribuna è di 120 Kune, faccio un attimo due conti e mi rendo conto che è l’equivalente in Euro di 16. Incredibile, 16 euro per un biglietto di Tribuna Centrale in una gara di Europa League. Altra cosa strana, secondo i canoni del “modello italiano”, è che all’atto dell’acquisto non c’è stato bisogno di alcun documento.

Inizia a questo punto il vero prepartita, acquisto subito una maglia della Torcida, bevo un paio di birre marcate “Hajduk” e mi ritrovo in mezzo ad un paio di fumogenate, in mezzo a gente che canta, si abbraccia e beve. Una festa vera e propria, commentabile con una sola parola: SPETTACOLO.

Quando decido di entrare allo stadio, un’ora prima, me lo ritrovo ancora vuoto del tutto. Il primo sentimento è di delusione di fronte a così poca gente ma, quando mancano dieci minuti al calcio d’inizio, incredibilmente gli spalti si riempiono in pochissimo tempo ed inizia uno spettacolo fatto di cori paurosi e battimani fittissimi. Quando ci sono cori accompagnati da salti, la folla sembra un’onda in movimento e l’effetto ottico è davvero bellissimo.

La peculiarità che tutti noi associamo mentalmente alle tifoserie balcaniche, ossia l’uso intensivo di materiale pirotecnico, stranamente in questa occasione non è stata così presente. Sono state accese giusto un paio di torce ed un fumogeno. Solo successivamente verrò a sapere che nello stadio sono state installate 83 telecamere, per adeguarsi alle normative Uefa, e che la polizia ha minacciato diffide e arresti in caso di uso di materiale pirotecnico.

Dopo una chiacchierata con un croato accanto a me in tribuna, sulla base del mio pietoso inglese, sono stato colpito da una sua frase: “Hajduk is our religion”; e mai frase mi è sembrata più vera, guardando intorno a me l’attaccamento della gente verso questa squadra.

Viene esposto un solo striscione, in lingua croata, che da quel poco che ho capito ha riferimenti extra-calcistici.

Dal lontanissimo Kazakistan arrivano una decina di tifosi che non accennano nemmeno ad un coro, ma si portano dietro un grandissimo striscione arancione, rappresentante il simbolo dello Shakter.

Per la cronaca il risultato è di 3-0 in favore dei padroni di casa, che conquistano così il passaggio al turno successivo.

Emilio Celotto.