Dopo una passeggiata in pieno clima primaverile attraverso il centro storico di Fermo, mi trovo con circa un’ora d’anticipo davanti alle porte dello stadio “Bruno Recchioni”. Che bellezza questo impianto: ad ogni lato una struttura differente, racconta tante storie delle epoche diverse del calcio passate attraverso questi lidi. Una differenza abissale da tutti gli stadi odierni modello “Lego”, sviluppati solo per soddisfare i desideri dei clienti che arrivano lì per assistere ad una solo partita ogni stagione, svuotando anima, storia e stile della cultura popolare del tifo.
Mi colloco in tribuna per avere un’ottima panoramica delle due Curve. La Serie D mi ha già tante volte riservato sorprese, con tifoserie calde e colorate, e anche oggi rivela da subito che sarà altrettanto. Sono circa 150-200 unità quelle che occupano il centro della Curva di casa, dietro lo striscione Nucleo e il piccolo striscione Torcida. Gli ospiti entrano invece con un piccolo corteo di circa 30 Ultras, dieci minuti prima del fischio d’inizio, sventolando le bandiere e aizzando così i cori offensivi da parte dei padroni di casa.
Finalmente, dopo 10 minuti di gara, il loro settore conta una ottantina di effettivi, molto colorati, con tante bandiere e bandierine, bei battimani e sempre in movimento. La Curva Duomo inizierà la partita con diversi fumogeni gialli e blu, il cui impatto coreografico è sfortunatamente inficiato dal vento forte. Quando il fumo si dirada e si rivede la Curva, anche loro alzano la voce e offrono continui battimani, una discreta sciarpata e qualche bandiera sempre in alto. Mi piace sentire il duello delle tifoserie con cori forti da parte di tutte le due curve. È sempre cosi, quando hai un rivale di fronte: è sempre una motivazione in più per alzare la voce e coalizzare le forze di tutta la tifoseria.
Il settore ospiti resta colorato durante tutta la partita grazie alle bandierine sempre in movimento. Durante il secondo tempo la Curva di casa espone uno striscione in favore dei diffidati, seguito da cori che replicano lo stesso messaggio. E quando la squadra mette a segna l’unico gol di giornata, fondamentale per proseguire il cammino verso la Lega Pro, verranno effettuati di nuovo bei battimani e una sciarpata davvero ben riuscita.
Neanche questo pomeriggio assisto ad una grande partita, ma sono sicuramente soddisfatto perché ho rivissuto quello stesso calcio carico di atmosfere e passione che ho amato nel passato, quando arrivando in una città sconosciuta, la prima cosa che facevo era cercare i pali dell’illuminazione dello stadio. In questi stadi vecchi si respira tutta un’altra aria, non di certo quella di un centro commerciale, senza telecamere ad ogni metro e con la libertà delle Curve, del tifo e delle persone che non resta solo una parola vuota di significato.
Il fischio finale mi riporterà di nuovo alla realtà e dopo aver osservato le due squadre salutare i propri sostenitori, abbandono questo piccolo tempio della mia passione per il tifo per recuperare la macchina che mi porterà verso l’Umbria.
Jurgen De Meester.