Per la serie “l’inutilità della TdT e orpelli vari”, va in scena l’ennesima farsa del calcio (moderno) italiano.

Questa volta siamo a Carpi, per il turno infrasettimanale del campionato di serie B, e nello specifico ci troviamo nel settore ospiti dove, per accedervi, stasera è sufficiente essere in possesso di un biglietto per un qualsiasi settore dello stadio “Cabassi” e dichiarare di essere barese o quanto meno sostenitore del Bari.

Tanto basta per entrare in curva ospiti, in barba a tornelli, prefiltraggi e ammennicoli vari.

Ora, è indubbio che si sia trattato di un provvedimento estemporaneo, dettato forse dall’elevato numero di sostenitori ospiti presenti questa sera a Carpi. Si tenga conto, inoltre, che si giocava in un giorno feriale, per la gioia, si fa per dire, dei cittadini carpigiani che per spostarsi all’interno della loro città si sono dovuti prestare ad autentiche corse ad ostacoli, tra strade chiuse al traffico e sensi di marcia stravolti.

E così, alla fine della serata, è emerso ancora una volta come lo strumento della TdT sia ormai divenuto inutile ed obsoleto.

Prima di tutto perché l’attivazione del sistema “Questura on line”, di fatto, consente oggigiorno a tutte le biglietterie collegate di verificare in tempo reale se una persona può o meno acquistare un biglietto d’ingresso allo stadio.

E poi, a fronte di situazioni contingenti come quella di questa sera a Carpi, perché il buon senso suggerisce di concentrare i sostenitori ospiti in un unico settore, piuttosto che averli sparpagliati in giro per lo stadio.

Malgrado ciò, sono comunque tanti i tifosi baresi presenti negli altri settori del “Cabassi”, tanto in tribuna quanto nei distinti, e li si nota soprattutto in occasione delle marcature messe a segno dai giocatori di mister Alberti. Si tratta perlopiù di supporters baresi residenti fuori dalla Puglia che, privi della TdT, non hanno potuto acquistare il biglietto per il settore ospiti e, da bravi cittadini della Repubblica Italiana rispettosi delle regole, non hanno nemmeno provato ad accedervi.

Fortunatamente la convivenza con i tifosi locali è pacifica per tutto l’arco della partita, malgrado il risultato finale veda soccombere i padroni di casa.

Non voglio pensare a cosa sarebbe potuto accadere se si fosse giocato in una situazione simile a quella odierna ma su un campo più ostico di quello carpigiano, in termini di rivalità personali.

Del resto è naturale che situazioni come quella che stanno vivendo a Bari, in questo momento, portino grande entusiasmo, accompagnato dagli spostamenti di centinaia di tifosi al seguito che, specie nel caso delle squadre centro-meridionali, arrivano da un po’ tutto il Nord Italia, con conseguenti aumenti dei rischi a livello di ordine pubblico che gli attuali criteri di gestione degli accessi ai settori ospiti non fanno altro che aggravare.

Occorrerebbe, pertanto, rivedere tutto il sistema che così com’è organizzato oggi rischia di causare più danni che benefici, risultando oltremodo inutile e sorpassato.

E questo concetto non ci stancheremo mai di ripeterlo.

Venendo allo spettacolo offerto dagli spalti questa sera, si può dire che il tifo, su entrambi i fronti, è stato tutto sommato discreto, con prevalente supremazia vocale da parte degli ospiti, forti anche del considerevole numero di sostenitori al seguito, giunti in Emilia sull’onda del grande entusiasmo che accompagna in questo momento le imprese degli undici “galletti da combattimento” guidati dal tecnico Alberti.

E quella del Bari è senza dubbio una delle vicende calcistiche più appassionanti e commoventi degli ultimi anni.

Certo, non è l’unica storia bella di questo campionato di B che meriterebbe di essere ricordata e raccontata ma, a suo modo, sembra quasi una favola, nella quale il brutto anatroccolo visto nella prima metà del campionato, alla fine è riuscito a trasformarsi in un bellissimo cigno che dai bassifondi della zona retrocessione ha spiccato il volo verso le vette della classifica.

E tutto ciò proprio nel momento più cupo nella storia della società che fu dei Matarrese, con tanto di fallimento in atto e stipendi non pagati da mesi.

Ai baresi non è sembrato vero di trovarsi protagonisti di una vicenda calcistica così avvincente, specie dopo tutte le umiliazioni legate alle vicende del calcioscommesse, che hanno dovuto subire per colpa dei protagonisti dell’ultima retrocessione dalla serie A e, altro elemento da non sottovalutare, dopo l’ennesimo interminabile tira e molla estivo legato al passaggio di proprietà dell’A.S. Bari.

E così un’intera città e la sua provincia hanno ritrovato la voglia e la passione per tornare a sostenere quel club calcistico che, in questo momento, non è più soltanto una semplice squadra di pallone bensì l’orgoglio sportivo di un’intera comunità che, giorno dopo giorno, sta tornando ad appassionarsi ed ad infiammarsi come un tempo.

Tornando al tifo sugli spalti, il predominio vocale dei baresi è indubbio, anche se la particolare conformazione della curva ospiti del “Cabassi” non li aiuta a far sì che il sostegno sia compatto come in altri stadi ed occasioni.

Malgrado ciò, riescono a farsi sentire in tutto lo stadio e, di conseguenza, anche in campo. I loro bandieroni, come di consueto, sventolano costantemente durante tutto l’arco dei novanta minuti.

Il tifo di casa è diviso tra il settore distinti, dove prendono posto la maggior parte dei sostenitori carpigiani, e la curva nord occupata dagli Irriducibili.

E a proposito della curva di casa, che fu in passato la dimora storica dei supporters carpigiani, questa appare oggi piuttosto spoglia, fatta eccezione per il gruppo che si compatta al centro del settore e da lì fa partire qualche sporadico coro d’incitamento. Encomiabile l’esposizione nella curva di casa di uno striscione di incoraggiamento dedicato a Ciro Esposito, sfortunato ragazzo napoletano, vittima di un’aggressione a mano armata in occasione della finale di Coppa Italia disputata allo stadio Olimpico di Roma.

L’altra espressione del tifo di marca carpigiana, il settore dei distinti, si presenta quasi completamente pieno, con i ragazzi dei gruppi che mi appaiono uniti e compatti nel tifare in modo incisivo ed efficace. Tanti stendardi esposti in balaustra che fanno colore, assieme ad una bella sciarpata alla quale prendono parte quasi tutti i presenti.

Indifferenza e rispetto tra le due tifoserie che, di fatto, non si erano mai incontrate in passato.

Infine, un’ultima curiosità. All’interno dell’unica pizzeria ancora aperta al termine dell’incontro, a pochi metri dalla curva ospiti, fa bella mostra di sé una gigantografia del lungomare di Bari. Quando si dice, le coincidenze.

Giangiuseppe Gassi.