L’inutile è spesso quello che diverte di più. Perché l’inutile non ha pretesa, non crea aspettative e lascia a tutti la libertà di creare ed agire. L’inutile poi non cela per forza un concetto negativo o dispregiativo. Come in questo caso. Virtus Roma-Charleroi se non era un incontro inutile poco ci mancava. I belgi si presentavano al PalaTiziano come squadra materasso del girone, ultimi con una sola vittoria in cinque gare, mentre i romani erano chiamati a vincere per suggellare ufficialmente la qualificazione al turno successivo.

Dire che le cose sono andate così è forse addirittura un eufemismo. Trentuno punti di distacco finale e un abisso tecnico in campo che hanno reso l’incontro più simile ad uno scrimmage qualsiasi. Ed in questi casi sugli spalti ci sono due chance: o provare a tifare senza il mordente adatto e dando scena quindi ad una prestazione anonima, oppure cazzeggiare divertendosi e diventando il vero punto d’interesse della serata. I ragazzi della Curva Ancilotto hanno optato per la seconda, ricalcando la serata goliardica di una settimana prima sempre in Eurocup contro i tedeschi di Oldenburg.

Se inizialmente gli ultras romani provano a darsi un tono di serietà, bastano i canestri a raffica della Virtus, che fanno capire sin da subito come finirà il match, per gettare tutti nell’ilarità più nefasta. Ed allora via a cori contro chiunque passi davanti al settore, cori a rispondere dividendo idealmente la curva in due, ricordi goliardici di personaggi del mondo farmaceutico e soprattutto finte esultanze. Quest’ultima “acrobazia” assume contorni grotteschi e crea una raffica di gesti apotropaici nei tifosi capitolini. Prima di riuscire nell’esultanza infatti, passeranno ben quattro minuti senza che la Virtus, fino ad allora letale sotto canestro, riesca a far assaggiare alla palla a spicchi il sapore della retina per l’esplosione della curva e il sospiro di sollievo di chi cercava oggetti di ferro su cui poggiare le corna.

Altro focus, come sempre in occasione di queste gare, lo merita certamente il pubblico ospite. Una sporca dozzina composta dal meglio che il Belgio possa offrire. Uomini e donne che hanno fatto di waffel, cozze e patatine il loro kharma quotidiano. E la cosa non sfugge all’occhio. Rimane un mistero poi il perché oltre a subire il danno dell’inserimento in questi gironi del centro Europa privi di ultras, bisogni cibarsi anche la beffa dei “roiti” che queste squadre si portano dietro. Se dovessi allestire un premio “Mister Goffo 2014” e “Mister no femminilità 2014″ sceglierei senz’altro tra i tifosi stranieri visti a Roma. Non ho dubbi.

Finisce così questa serata, tra un canestro, un coro goliardico ed uno sguardo alle abbondantissime forme dei tifosi di Re Carlo. La Virtus Roma accede al turno successo, sicuramente troverà una squadra del girone balcanico ed una dell’Eurolega. Preghiamo tutti perché una vera tifoseria arrivi ad occupare il settore ospiti, facendoci finalmente godere uno spettacolo doppio.Vedremo. Intanto scriviamo tutti al Parlamento Europeo affinché i tifosi di basket del blocco Deutsche/Benelux debbano seguire un rigido protocollo alimentare per far sì che il continente non affondi nei prossimi anni. La storia ce lo chiede.

Simone Meloni.