La Coppa Italia rappresenta ormai per molte squadre una scomoda appendice, una distrazione dal campionato dal quale evadere e il cui passaggio costi meno fatica possibile. Anche in questa stagione, dando una rapida occhiata ai risultati dell’ultimo turno di coppa, è facile notare come le squadre teoricamente più forti, abbiano in realtà abdicato davanti a formazioni di categoria inferiore o comunque meno blasonate. Fa scalpore la vittoria del Pordenone a Cagliari, fa ugualmente meraviglia quella del Cittadella a Ferrara, ragion per cui dal campo possiamo aspettarci di tutto ed il contrario di tutto.
Aspetto da non trascurare, sono i giorni e gli orari nei quali giocare le partite, perché se la Coppa Italia viene ampiamente snobbata, giocare di mercoledì, tipico giorno lavorativo, alle ore 15 o alle 18, mi pare una mancanza di rispetto verso i tifosi. Mi vien da ridere quando viene pubblicizzato l’evento rimarcando il prezzo quasi irrilevante di un biglietto per una partita di Coppa Italia, visto chi scende generalmente in campo, l’orario della gara e l’importanza attribuita alla manifestazione, in parecchi stadi dovrebbero istituire l’ingresso gratuito per avere una cornice di pubblico degna!

A Livorno l’orario è comunque decente, le 20:30, ma la serata non è delle migliori, con una pioggia che cade a tratti poco prima dell’incontro ed allontana gli incerti. La cornice di pubblico ovviamente non può essere delle migliori, la squadra e la tifoseria devono ripartire dopo il derby perso a Pisa, derby che ha avuto il solito e scontato corollario di polemiche ed invettive, malgrado l’assenza totale della tifoseria ospite sui gradoni dell’Arena Garibaldi. Probabilmente farebbero bene ad istruire qualche giocatore sul modo di comportarsi sul terreno verde. La giustificazione è la posta in palio, peccato che la stessa giustificazione non venga mai considerata per chi porta una sciarpa al collo.

A Livorno è atteso l’Arezzo per un derby che rappresenta un classico soprattutto a livello di serie C, gli ospiti non mancano di timbrare anche questa trasferta ed infatti si presentano in una quarantina di unità a bordo di un pullman, facendo l’ingresso nel settore pochi istanti prima dell’inizio della gara. Gli amaranto attaccano le loro pezze e come coreografia si presentano con diverse bandiere a due aste che vengono affiancate le una alle altre, con un bandierone che sormonta il gruppo.

Gli aretini sono ormai una tifoseria consolidata, anche in trasferta riescono a stupire e se questa sera si limitano a colorare il settore con diverse bandiere a due aste, a livello vocale non si risparmiano assolutamente riuscendo a produrre un tifo di qualità, alternando cori secchi ad altri più lenti e prolungati, ma non facendo mai mancare il proprio apporto alla squadra. Gruppo estremamente compatto quello ospite che non manca di alternare ai cori in favore della squadra altri offensivi verso gli avversari odierni, del resto la rivalità è piuttosto sentita e difatti anche la Curva Nord risponde per le rime in vari momenti dell’incontro.

Curva Nord che si presenta con un gruppo piuttosto folto di ultras a centro curva, il sostegno alla squadra è piuttosto continuo, c’è qualche inevitabile pausa, ma tutto sommato la prestazione va ben al di là della striminzita sufficienza, non fosse altro che per la costanza dimostrata durante l’arco della gara.

A passare il turno è la squadra di casa, dopo il triplice fischio del direttore di gara entrambe le squadre si portano verso i rispettivi settori per gli applausi di rito, anche gli aretini applaudono i propri undici, ma chiedono una vittoria scacciacrisi nel prossimo impegno di campionato. Le due tifoserie si salutano con un paio di cori offensivi, gli aretini modificano l’ormai famoso tormentone di “Un giorno all’improvviso…”, i padroni di casa optano sul classico. Modi diversi di esprimere il medesimo pensiero.

Valerio Poli