Amichevole estiva tra il Livorno che milita in serie D ed il Pontedera che invece da anni è protagonista in serie C. In attesa del via dei campionati le due squadre si affrontano in una serata tipicamente estiva con la colonnina del mercurio che sfiora i trenta gradi. Non il massimo per giocare a calcio ma questo è l’ultimo problema o comunque è il problema minore visto che, anche quest’anno come in passato, dalla serie B e a cascata fino alle serie minori è un rebus sapere le società partecipanti, figuriamoci i calendari che sono un vero e proprio balzello, tra partite rinviate a data da destinarsi e partenze ad handicap.

Nulla di nuovo sotto l’ombrellone verrebbe da dire ed in effetti dobbiamo constatare come ciclicamente l’inizio dei campionati porti quell’alone di mistero tipico di un film thriller che non sai come va a finire, chi è il colpevole e chi la vittima designata che si nasconde dietro l’immancabile “Squadra X”. In questa stagione, tanto per restare nella nostra seconda serie, è toccato al Lecco il ruolo di agnello sacrificale: conquistata la serie cadetta sul campo, alla fine è stato un percorso ancora più lungo e ingarbugliato in giro per tribunali ma alla fine ne è uscito miracolosamente illeso da certe logiche di potere.

Scendendo di categoria il panorama non migliora certamente, anzi, se si può l’attualità ci mette di fronte a situazioni ancora più grottesche. In tutto questo panorama abbiamo poche, pochissime certezze, una delle quali è che spesso e volentieri le vittime vere sono quei tifosi che vedono sparire la propria squadra oppure la vedono ripartire da categorie infime, l’altra certezza è che il calcio, inteso come industria e non come sport, non è attualmente un referente affidabile, gestito da persone ancora meno affidabili. Ognuno di noi avrebbe pure la ricetta giusta per risanare questo gioco ma anche qui tutto si basa sugli interessi finanziari e sugli equilibri economici, ragion per cui ci sono società che sono fallite per una manciata di migliaia di euro, altre che navigano quasi indisturbate nella massima serie grazie al nome, alla storia e soprattutto grazie a quel bacino d’utenza che viene regolarmente spennato tra biglietti d’ingresso allo stadio, abbonamenti alle tv a pagamento e merchandise vario. Se qualcuno presenta delle soluzioni valide e praticabili su lunga scala, si faccia avanti. Molto probabilmente verrà ostracizzato ma tant’è. Sognare è sempre lecito.

Tornando alla stretta attualità, la serata a Livorno parte col freno a mano tirato, il pullman della squadra del Pontedera rimane fermo sulla superstrada a causa di un incidente, perciò la partita inizia con un’ora di ritardo sulla tabella di marcia, fatto di per sé pure simpatico e curioso visto che con una mezz’ora di auto si arriva tranquillamente da Livorno a Pontedera e viceversa. Non era così scontata la presenza di un contingente ospite, che invece si posiziona in tribuna e non manca di ringraziare la tifoseria di casa per la sensibilità dimostrata nell’occasione della morte di un loro amico.

Partita che sul piano del tifo offre pochi spunti, del resto se le squadre sono in rodaggio anche le tifoserie si stanno risvegliando solo ora dal letargo estivo, resta l’impressione che a Livorno ci sia un progetto per risollevare le sorti di una curva che deve necessariamente fare i conti con una categoria che riserva poco appeal. I segnali ci sono. Se son rose fioriranno, l’importante al solito è coinvolgere e non escludere: dubito che in Italia ci sia una tifoseria che si può permettere di lasciare fuori persone vogliose di approcciarsi ad una Curva. Già seguire il calcio è discutibile, farlo da militanti è da eroi. E gli eroi son tutti giovani e belli.

Valerio Poli