Giornata tipicamente primaverile, un sole caldo fa da contorno ad una partita che avrebbe ben poco da chiedere sia in campo che sugli spalti se non fosse che oggi Andrea Luci, capitano del Livorno, taglia le 369 presenze in maglia amaranto e va a raggiungere il recordman Mauro Lessi, con la prospettiva di poter ulteriormente allungare visto che il campionato non è ancora terminato e l’idea è quella di giocare ancora con la maglia amaranto. Prima della partita avvengono le premiazioni di rito mentre in Curva Nord capeggia uno striscione con su scritto: ”Dalla A all’Eccellenza 369 volte in amaranto, Andrea Luci nostro vanto”.

Restando in tema di giocatori amaranto, è impossibile dimenticare Piermario Morosini, lo sfortunato centrocampista che a soli venticinque anni morì su un campo di calcio in occasione di un Pescara – Livorno dell’aprile 2012. Una storia tragica che va ad aggiungersi ad un’esistenza difficile, rimasto orfano di madre e padre fin da ragazzo, si fece carico di una sorella e un fratello disabile, quest’ultimo poi morto suicida. A Morosini vengono dedicati due striscioni, uno da parte della Curva Nord ed uno da parte dei ragazzi presenti in gradinata, settore, tra le altre cose, proprio dedicato all’ex giocatore amaranto.

Visto che siamo in tema di tragedie, Livorno non può dimenticare, e probabilmente mai lo farà, il disastro del Moby Prince avvenuto la sera del 10 aprile 1991 quando la nave entrò in collisione con una petroliera provocando ben centoquaranta morti ed un solo sopravvissuto. Come avviene spesso in Italia, queste tragedie hanno dei punti oscuri, le dinamiche non risultano mai ben chiare ed i sospetti fanno presto ad insinuarsi nelle persone. In effetti non è mai stata fatta chiaramente luce nonostante i parenti delle centoquaranta vittime si siano riuniti in un’associazione tutt’ora esistente che ha la finalità di portare a galla la verità. Come si può intuire, lo stadio serve come cassa di risonanza per continuare almeno ad avere memoria e gli striscioni in questione, se non altro, amplificano il ricordo.

Passando ad argomenti molto più leggeri, ovvero il tifo, come detto in apertura c’è poco da segnalare: scontata l’assenza di pubblico ospite, resta la curva di casa che chiama a raccolta il pubblico e riceve una buona risposta; come nelle ultime uscite il sostegno alla squadra non viene meno ed i cori risultano pure continui ma il Livorno di vincere proprio non ne vuol sapere, deludendo l’intero stadio che, visto l’avversario sulla carta non impossibile, pregustava una vittoria rigenerante che poi non è arrivata. 

Valerio Poli