Il 7 aprile 2024 si è disputato l’incontro di calcio Lodigiani-Terracina, valevole per la trentesima giornata del girone B dell’Eccellenza laziale. La partita, terminata con il risultato di 2-0 per i padroni di casa, ha avuto come contorno un’ottima cornice di pubblico, impreziosita dalla presenza di circa 150 terracinesi rumorosi e colorati. L’incontro è andato in scena presso l’impianto sportivo “La Borghesiana”, situato nell’omonimo quartiere del quadrante est di Roma. Qui finisce la metropoli e iniziano le campagne dell’Agro romano. Il toponimo di quest’area è legato alla famiglia Borghese, che donò le terre necessarie per la realizzazione, agli inizi del Novecento, della ferrovia Roma-Frosinone (via Fiuggi).

All’ingresso in campo delle squadre, gli ultras della Lodigiani hanno esposto uno striscione celebrante la storia del proprio sodalizio: “Dal 1972 la terza squadra di Roma”. Tutti gli appassionati di figurine e almanacchi conoscono certamente l’epopea di questo club blasonato, che ha disputato 12 campionati di C2 e 10 di C1, ma in questo pezzo vorrei comunque scrivere qualcosa su questa realtà.

La Lodigiani nacque appunto nel 1972. Il ruolo di terza squadra della Capitale era stato conteso, fino a quel momento, dall’Almas e dalla Romulea, ma la compagine biancorossa era destinata a rovesciare le gerarchie cittadine, fino ad arrivare a rappresentare il terzo polo aggregativo per gli appassionati di calcio, tifo e gradinate della Città Eterna.

Dopo la vittoria del campionato di Prima Categoria nel 1974, per i biancorossi iniziò una lunga ascesa fino alle categorie nazionali. Il 1983 fu, per la Lodigiani, l’anno della conquista della Coppa Dilettanti e, soprattutto, della storica promozione in C2, in virtù del primo posto nel proprio girone dell’Interregionale con cinque punti di vantaggio su L’Aquila.

La Lodigiani era ormai avviata a grandi fortune, non soltanto nell’ambito della prima squadra, ma anche a livello giovanile, un settore nel quale la società capitolina ha sempre brillato, sfornando giocatori del calibro di Toni e Di Michele. La tana della Lodigiani divenne il glorioso stadio “Flaminio”, che ha ospitato, tra gli altri eventi, numerose finali della Coppa Eccellenza Lazio.

Dopo numerose stagioni in C2, nel 1991-92 per la Lodigiani arrivò il momento dell’ulteriore, grande salto: quello in C1. I capitolini vinsero il proprio campionato a pari merito con il Potenza, ottenendo la matematica promozione nella trasferta di Matera del 21 giugno 1992. Cominciò, per i biancorossi, uno splendido decennio nel terzo gradino del calcio italiano, un periodo nel quale i romani ebbero la possibilità di sfidare piazze importanti come Perugia, Palermo, Salerno, Avellino, Messina, Catania, Reggio Calabria e tante altre.

Nella stagione 1993-94 l’entusiasmo intorno alla squadra era ormai alle stelle, come dimostrano i 1.500 abbonati che scelsero di seguirla. I capitolini, dopo un girone d’andata incerto, al ritorno invertirono decisamente rotta e concatenarono una serie di risultati positivi che regalarono loro l’accesso ai play-off, introdotti per la prima volta nella Terza Serie proprio in quell’annata. La Lodigiani sfidò in semifinale la Salernitana: la partita dell’andata si disputò all’“Olimpico” dinanzi a un pubblico spettacolare: ben 25.000 spettatori gremirono gli spalti dell’impianto di Viale dei Gladiatori. Il primo incontro terminò con il punteggio di 1-1, ma al ritorno i campani si imposero nettamente all’“Arechi” con il risultato di 4-0, che spense i sogni di Cadetteria dei romani ma non la consapevolezza e la soddisfazione di aver raggiunto un traguardo comunque storico come gli spareggi per la B.

Nella stagione seguente il sodalizio biancorosso aggiunse al proprio palmares la ciliegina della sfida contro l’Inter nel primo turno preliminare della Coppa Italia, una partita vinta dai lombardi con tre reti di scarto. Nel 1998-99, poi, i romani ottennero un dignitoso nono posto grazie anche alle 15 reti di un giovane Luca Toni, che poi sarebbe diventato campione del mondo a Berlino con la maglia azzurra della nazionale italiana nel Mondiale del 2006. La stagione 2001-2002 coincise con l’unica retrocessione della Lodigiani, che tornò in C2 dopo aver chiuso il campionato all’ultimo posto con soli 23 punti.

La Lodigiani è conosciuta non soltanto per le gesta sportive, ma anche perché, come anticipato, intorno a essa si è creato un seguito che ha rappresentato per lungo tempo un’alternativa al tifo per la Lazio e per la Roma (rigorosamente in ordine alfabetico) all’ombra del Colosseo. Il pensiero corre, naturalmente, agli Ultrà Lodigiani 1996, sigla nata in seguito all’unità instauratasi tra gli Ultras e gli Official Fans. Questa fusione avvenne nel 2000/01, ma si decise di inserire nella denominazione il riferimento al 1996 perché le due compagini coinvolte nel nuovo progetto erano entrambe legate a quella data. La parola Ultrà era invece un riferimento alla volontà di portare avanti un tifo genuino, semplice e passionale, supportato da tamburi, fumogeni e bandiere.

Tra le presenze più numerose in trasferta negli anni d’oro della C sono da menzionare i 100 di Avezzano, gli 80 di Viterbo, i 40 di Battipaglia o i 20 di Giugliano, numeri sicuramente positivi per la terza squadra di una metropoli come Roma. La prima stagione sotto la nuova insegna vide i ragazzi del gruppo presenti ovunque, un risultato importante per chi decise di dedicare tempo ed energie alla causa Lodigiani.

Nel settembre del 2004, però, gli Ultrà Lodigiani comunicarono la propria decisione di autosospendersi, in quanto l’A.S. Lodigiani 1972 venne trasformata, in quell’anno, in Cisco Lodigiani (poi divenuta Cisco Roma nella stagione 2005-2006). I sostenitori biancorossi si opposero nettamente alla nuova denominazione, dichiarando che sarebbero tornati sui gradoni solo quando fosse rinata una squadra con il nome Lodigiani, indipendentemente dalla categoria.

Quel nome, a cui erano tanto legati gli Ultrà Lodigiani 1996, non è morto: la società “Lodigiani Calcio 1972”, che vanta la “L” nello stemma e i colori sociali biancorossi, è una realtà consolidata del calcio dilettantistico laziale e milita nel girone B dell’Eccellenza regionale. Lo striscione esposto dai sostenitori capitolini nella sfida contro il Terracina, dimostra come a Roma si respiri ancora il desiderio di tifare per la Lodigiani, una realtà che non ha mai rappresentato un quartiere specifico dell’Urbe, ma che è sempre stata un patrimonio di tutta la città, cui ha dato molto, come abbiamo visto, sia in termini aggregativi, sia a livello sportivo.

Testo di Andrea Calabrese
Foto di Andrea Calabrese e di Marco Meloni