Anniversario molto particolare quest’anno. Esattamente 30 anni fa, l’8 febbraio del 1984, si giocava un Triestina-Udinese di Coppa Italia. Lo scenario dell’epoca era il “Grezar”, ambientazione ideale di un calcio agli antipodi di quello moderno, dove le gradinate erano piene di gente vera ed appassionata non già di sagome di cartone come al “Rocco” qualche tempo dopo, eppure gli stadi non erano “di proprietà”, se mai possa essere questa una soluzione, e la violenza c’era tale e quale ad oggi, se non di più. La repressione selvaggia, invece, era già in atto e seppur in quella circostanza il derby fra udinesi e triestini non segnò proprio il suo picco di violenza, la risposta delle forze dell’ordine fu ugualmente molto aspra, con cariche durissime ed indiscriminate. Durante una di queste, venne brutalmente colpito alla testa il ventenne Stefano Furlan, estraneo agli incidenti in corso, che cadrà in coma il giorno seguente e, dopo venti giorni di agonia, morirà il 1 marzo.

La storia ha parecchi risvolti e non basterebbe un articolo per raccontarli tutti, a maggior ragione che la stampa e l’opinione pubblica, all’epoca, coprirono la vicenda con una cappa di silenzio complice. Come per Gabriele Sandri o altre vittime dello Stato, il suo boia se la cavò con una pena ridicola, tornando addirittura in servizio presso il Corpo d’appartenenza. Corsi e ricorsi storici…

A parte tutto, quello che ci preme sottolineare è che, oggi come allora, il popolo delle Curve, con spinta uguale e contraria, ha tenuto vivo ed onorato il ricordo di Stefano perché non si dimentichi che non sempre le etichette di ultras brutti e cattivi o di tutori dell’ordine buoni e giusti sono poi rispondenti alla realtà. Soprattutto perché la striscia di morte cominciata da Stefano Furlan e poi proseguita con Gabriele Sandri, Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva, Stefano Cucchi, ecc. possa prima o poi spezzarsi.

Come ogni 8 febbraio Trieste si raccoglie sotto la targa dello stadio che ricorda Stefano, ma non di meno altre piazze hanno voluto far sentire la propria voce in merito, tra queste, una delle più perentorie è stata quella della “Legione Cybea” e degli ultras massesi in genere, amici di lungo corso dei triestini che, in occasione della gara interna della loro squadra contro Montichiari, valevole per il campionato di Serie D, hanno tappezzato lo stadio con volantini, adesivi, striscioni e dedicato la fanzine a questo anniversario sì triste, ma che non deve assolutamente essere lasciato nell’oblio.

Eccovi alcuni scatti dell’iniziativa in quel di Massa. Merito a loro e a tutti quelli che tengono viva la memoria: son passati 30 anni e la storia insegna, anche se chi la scrive poi racconta solo quello che conviene ai poteri forti.

Matteo Falcone, Sport People.