Su quali parametri giudicare una tifoseria? Quello che salta subito all’occhio è l’aspetto numerico, su questo dato non si transige perché oltre ad essere un fatto oggettivo è anche uno dei parametri principalI se non proprio il principale in assoluto. È anche un termometro da prendere in considerazione per giudicare la forma o comunque il momento che sta attraversando la tifoseria in questione. Detto questo, in epoca di Covid, di Green pass e di distanziamento sociale, anche l’aspetto numerico va rivisto spesso in termini ridotti: ormai è difficile essere protagonisti di invasioni memorabili e difatti mi pare che si sia man mano persa l’attitudine di andare in trasferta, di viaggiare.

Oltre i numeri, tra gli aspetti sicuramente da prendere in considerazione c’è quello del tifo, del sostegno alla squadra perché in fin dei conti l’obiettivo di chi viaggia al seguito, è quello di incidere sul risultato, di trascinare i propri giocatori ed ultimo non ultimo, quello di mostrare la superiorità all’avversario di turno, perché, inutile girarci intorno, si tifa per la squadra, la città, la maglia ma si tifa anche per se stessi, per mostrare la parte migliore della tifoseria.

Tutta questa introduzione per dire che dare un giudizio sui reggiani è fin troppo semplice, quasi oggettivo al netto di tanti altri parametri che scendono in campo. La partita di oggi infatti si gioca in un giorno lavorativo, mercoledì, in un orario non propriamente ideale, alle 18:00, quando la gente lavora e non è per tutti semplice sganciarsi in tempo per prendere la via della Toscana. Sul piatto della bilancia bisogna però mettere il campionato che sta facendo la Reggiana, un testa a testa con il Modena avvincente quanto mai, in cui la speranza è quella di allungare e agguantare quella serie B ritrovata e subito perduta nella scorsa stagione.

Reggiani che giungono a Pontedera un po’ alla spicciolata, alcuni con una decina di minuti di ritardo ma alla fine dei conti i numeri sorridono ai granata, che infatti vanno a riempire completamente un “settorino” dei due messi a loro disposizione. Per quanto riguarda il tifo, risulta difficile imputargli qualcosa in quanto partono bene ed una volta a ranghi compatti, riescono ad offrire una prestazione di alta qualità. I reggiani sembrano proprio divertirsi, aspetto che sembrerebbe scontato ma da qualche tempo a questa parte proprio scontato non lo è. Si sta andando verso un clima militaresco, ormai le curve appaiono blocchi univoci, monocolore, in taluni casi mancano addirittura di colore. Un ultras milanista con qualche capello bianco, mi raccontava di come la Curva Sud anni ’80 era una comunità composta da diverse anime, metallari, paninari, mods, rockers, giovani ultras in erba, gente dei centri sociali, tutti accumunati da una sola passione, quella della Curva Sud, del Milan, del Diavolo.

I granata, Teste Quadre e Gruppo Vandelli, riescono ad andare al di là dell’aspetto estetico ed offrono un tifo vecchia maniera, tanto impegno ma anche tanto divertimento, fanno gruppo e cantano tutti insieme, puntano a coinvolgere e non ad escludere, tanto che in certi frangenti della partita vengono trascinati tutti i presenti, nessuno escluso. Prestazione molto positiva per ciò che offrono ma anche per la maniera con la quale viene offerto, in quanto è palese la voglia dei presenti di mettercela tutta per raggiungere quel risultato che ci si pone quando si entra in uno stadio dove gioca la propria squadra, in un settore dove si appende il proprio striscione, su quei gradoni che vibrano sotto il ritmo offerto da una massa in costante movimento.

Se a giocare in trasferta sono i reggiani, per gli ultras del Montevarchi non è certo una passeggiata di pochi chilometri arrivare fino a Pontedera: la messa in sicurezza del proprio stadio è ormai al termine e questa dovrebbe essere l’ultima partita giocata al “Mannucci”. Sarebbe finalmente l’ora di poter riabbracciare il proprio stadio, il proprio settore e finalmente tornare a ranghi compatti perché giocare teoricamente in casa e spostarsi ogni volta di oltre cento chilometri non può certo far piacere a nessuno. E ciò incide sui numeri perché in questa giornata gli ultras rossoblù sono ridotti all’osso e per di più poco coadiuvati dal restante pubblico che, a dirla tutta, non è certamente quello di altre occasioni. Aggiungiamo una Reggiana che asfalta sul terreno di gioco l’avversario e possiamo ben capire l’atteggiamento del pubblico rossoblù che vede la squadra sprofondare nei bassifondi della classifica. Tornare a casa propria è la medicina per squadra e tifosi.

Valerio Poli