Monday night al Piola, che vede il Novara di mister Calori contrapposto al suo passato. Infatti l’avversario di stasera è il Brescia ora allenato da Bergodi. La pioggia scesa negli ultimi giorni scoraggia il tifoso novarese medio, che preferisce rimanere a casa comodo a guardare la partita. Nonostante questo calcio schiavo delle pay-tv, c’è ancora chi resiste scegliendo di sfidare le intemperie e sostenere la squadra, infatti sono circa un centinaio gli ultras novaresi raccolti dietro lo striscione “Curva Nord Novara”, e a margine di questa pezza sono presenti anche i gruppi Sezione, Vecchio Stampo e Zoo.
Volgendo lo sguardo alla curva ospiti, la risposta è imponente: circa 500 i Bresciani giunti in terra novarese per sostenere le Rondinelle. Nel caso odierno i Bresciani della Curva Nord hanno sottoscritto la tessera, mentre i Brescia 1911 hanno preferito declinare l’offerta, ragion per cui quantitativamente si poteva persino avere qualcosa in più. Comunque, anche in questa serata, considerando pure l’andamento della squadra, i Lombardi si confermeranno tifoseria di spessore. Non è che la cosa la scopra io oggi, la loro storia parla chiaro: si può stimare o odiare una tifoseria, ma non si può certamente denigrarla a prescindere, ed i Bresciani qualche numero nella loro storia l’hanno fatto.
Gli ospiti attaccano diverse pezze alla balaustra e già durante il riscaldamento della squadra cominciano con i cori: il primo è dedicato all’attaccante Caracciolo, poi è la volta di spronare la squadra a fornire una prestazione all’altezza. I Novaresi attendono l’ingresso delle due squadre e lo salutano con un forte “Novara Novara”, accompagnato dallo sventolio di diversi bandieroni.
I Bresciani si fanno notare per un coro contro i Novaresi per i noti fatti accaduti nell’estate di qualche anno fa al Torneo U8: la ferita non è stata rimarginata e ad ogni incontro tra le due squadre la questione viene riproposta. Non che siano i cori “anti” a far da padrone, anzi, la curva bresciana formato trasferta non disdegna di sostenere squadra e maglia. La risposta novarese non si fa attendere e i pochi presenti rispediscono al mittente questi sfottò. La prima parte della gara scorre piacevolmente, accompagnata dall’incessante tifo dei padroni di casa che oggi prediligono cori più prolungati rispetto a quelli a ripetere.
Gli ospiti non accusano flessioni, con cori su cori e, esteticamente parlando, complimenti agli sbandieratori che sventolano un paio di bandieroni all’estremità del gruppo. Pochi battimani per i Bresciani, i cori non vengono ritmati ma viene usata solo ed esclusivamente la voce. L’unico momento di parziale silenzio è quando viene organizzata la sciarpata: gli esiti sono davvero uno spettacolo per chi come me ha un occhio di riguardo verso le curve. Poco dopo appare uno striscione nel settore ospiti indirizzato all’ex allenatore Calori, “Ciao Alessandro”, seguito poi da un coro di saluto verso il mister del Novara, che con gesto ricambia la sua vecchia tifoseria. Poco dopo viene acclamato anche l’attuale allenatore Bergodi, che prontamente ringrazia con un cenno della mano verso i suoi tifosi.
Il primo tempo pare destinato a chiudersi sul risultato di 0-0 ma, proprio allo scadere, è l’ex Caracciolo a battere Kosicky e ad insaccare la rete del vantaggio bresciano. Grande festa per la curva ospite che esplode per un vantaggio inaspettato ma molto importante nell’economia della gara. Il gelo cade sul Piola che in silenzio accompagna l’uscita delle squadre. Si chiude così il primo tempo, che vede in vantaggio gli ospiti.
Lo svantaggio non scalfisce i Novaresi che, a più riprese, chiedono la reazione della squadra, dimostrando un attaccamento alla maglia tipico degli ultras. Dopo un paio di cori a ripetere anche lo stadio pare riprendere vita, e quantomeno con il battimani aiuta gli ultras azzurri. Ma ancora una volta lo sforzo viene vanificato dalla rete di Grossi che, da due passi, insacca lo 0-2 per gli ospiti, facendo esplodere ambedue le tifoserie: i Bresciani per la felicità saltano e incitano a gran voce i propri ragazzi; i Novaresi, invece, stanchi di una squadra molle, chiedono, senza troppi giri di parole, di tirare fuori gli attributi per onorare la maglia che indossano.
Recepito il messaggio dagli azzurri di Calori, sono molte le occasioni create dalla compagine piemontese che, a più riprese, rischia di segnare il gol che riaprirebbe la partita. L’occasione buona arriva sui piedi di Rubino, l’uomo simbolo del Novara, il quale segna il gol che accorcia le distanze e catapulta il capitano del Novara nella leggenda. Rubino, infatti, aggancia Piola nella classifica dei marcatori del Novara di tutti i tempi. La gioia è incontenibile per lo stadio, che esplode come una bomba in un grido di liberazione per una rete che potrebbe riaprire le sorti della gara. Purtroppo la reazione del Novara finisce con il passare dei minuti e gli ultras di casa, dopo qualche richiesta di ulteriore impegno, prendono la decisione, forte ma condivisibile, di lasciar vuoto il settore centrale e seguire il resto della gara in silenzio.
Dal settore dei Bresciani i cori continuano a venire sciorinati senza troppi problemi, le pause continuano ad essere prossime allo zero ed i bandieroni sono sempre alti. La prova del contingente bresciano è veramente di qualità, i presenti sono tutti ultras o comunque sostengono la squadra con partecipazione. Nessuno sogna di sedersi per vedere passivamente la partita e nessuno sogna di distaccarsi fisicamente dal gruppo. A livello visivo non si può dire che non sia un bel vedere.
La maggior parte del pubblico si alza e prende la via dell’uscita, stanca e delusa di una prestazione orrenda. Gli ospiti possono esultare per il fischio che sancisce la fine delle ostilità, dato che ora sono in zona play-off e la gioia, di conseguenza, per loro è incommensurabile. Ben diversa è la reazione del pubblico di casa: i fischi piovono sulla squadra, gli ultras chiedono a gran voce il confronto con i propri giocatori chiamandoli sotto la loro curva, ma questi li ignorano prendendo la via degli spogliatoi, eccezion fatta per capitan Rubino, che sia prima che fuori lo stadio ha un confronto civile e pacifico con gli ultras novaresi. Anche i Bresciani chiamano la squadra sotto la curva, ma per tributarle il giusto applauso per l’ennesima vittoria e per chiedere qualche maglietta ai propri beniamini che qualche fortunato otterrà.
Testo e foto di Alessio Farinelli.