06-10-2018: Osimana – Anconitana 1-2
Promozione Marche Girone A

Per il suo quarantesimo compleanno, la mia donna decide di andare tre giorni fuori porta ed appena mi comunica la località, come un falco che agguanta la preda mi metto alla ricerca di una partita che valga la pena essere vista. La trovo nelle categorie minori, minore solo sulla carta visti i nomi altisonanti ed un passato comunque importante: Osimana – Anconitana del campionato di Promozione Marche del raggruppamento A, che si gioca in anticipo al sabato pomeriggio.

Dopo il fallimento di due anni fa l’Ancona ha cambiato il nome in Anconitana ed è ripartita dalle serie basse, più precisamente dalla Prima Categoria. Dopo aver vinto lo scorso anno il proprio girone, quest’anno si trova in Promozione da grande favorita per la vittoria finale, mentre di contro c’è la squadra giallorossa dell’Osimana che attende questo evento da quando in estate è uscito il calendario.

Per trovare il precedente più recente dobbiamo andare a ritroso di ben trentasei anni, quando entrambe le formazioni si diedero battaglia nel campionato dell’allora serie C2. Nonostante le due città siano distanti appena dieci chilometri, tra anconetani ed osimani non c’è mai stato un gran feeling, soprattutto nel passato remoto per una questione di confini, culminata nella famosa “Battaglia dei porci” dell’anno 1476 nelle campagne intorno ad Offagna, in cui 800 osimani guidati dal comandante Boccolino di Guzzone sconfissero l’esercito anconetano composto da ben quattromila soldati.

Bandiere osimane all’avvio

Questa rivalità poi si è spostata intorno ad un rettangolo verde in cui i derby son sempre sentiti ed il “Diana”, stadio della compagine locale, sempre gremito con tutta la città a sostenere la squadra giallorossa, sia durante la settimana che la domenica allo stadio.

Di acqua sotto i ponti ne è però passata tanta e tutto è un po’ diverso, in primis le diametralmente differenti categorie in cui hanno militato le due compagini, che hanno affievolito questa antipatia. Senza contare quanto sia cambiata la società e il modo di andare allo stadio, da quello spensierato di una volta all’attuale percorso irto di difficoltà burocratiche e pratiche che bisogna superare per poter arrivare sugli spalti.

Sembra andare esattamente in tal senso il piano odierno predisposto dalla questura, che prevede la chiusura di diverse strade intorno allo stadio e parcheggi nettamente divisi per le due tifoserie e lontani dai rispettivi settori.

Arrivato fuori il “Diana”, seppur manchi un’ora all’inizio fissato per le 15:30, trovo la tifoseria di casa già fuori dal suo settore che canta qualche coro cercando di farsi sentire il più possibile. Della tifoseria osimana ho un vago ricordo dell’Armata Ultrà per via di qualche foto ricevuta per corrispondenza ai tempi della Serie C. Un gruppo che ha fatto la storia della tifoseria giallorossa, in una città da oltre trentaquattromila abitanti.

Dalla parte ospite, la tifoseria biancorossa effettua questa vicina trasferta con le sole macchine ed arriva in massa per seguire l’Anconitana in questa terza giornata e seconda trasferta sempre in quel di Osimo, dove già si era disputata Mondolfo – Anconitana in quanto lo stadio di Mondolfo era stato giudicato troppo piccolo per un evento simile.

A mezzora dall’inizio per me è tempo di entrare sul rettangolo verde ed ammirare le tribune del vetusto ma sempre affascinante stadio osimano, composto da una grande tribuna tutta attaccata e divisa da cancellate. Al centro della stessa, una parte coperta con dei seggiolini ed ai lati le due tribune scoperte, una per gli ospiti e l’altra per la tifoseria di casa, entrambe le estremità aventi un accenno di curva.

Mani al cielo per l’Ancona

I locali prendono posto nella loro tribuna a metà settore, mentre gli ospiti, quantificabili in circa quattrocento unità, entrano alla spicciolata, qualcuno anche a partita iniziata, esponendo tre stendardi alla recinzione.

Entrambe le tifoserie già dal pre-gara cercano di farsi sentire il più possibile, gli osimani con qualche bel battimani, mentre gli anconetani accendendo una torcia e tifando in maniera massiccia fregiandosi dei numeri dalla loro parte.

Una volta entrate le squadre in campo, i padroni di casa, oltre ai normali bandieroni, sventolano diverse bandierine giallorosse ed attaccano alla recinzione lo striscione “VETUS AUXIMON” (Vecchia Osimo, in latino), dicitura presente anche sullo stemma comunale, mentre gli ospiti non fanno nulla di particolare se non sventolare il bandierone ed un paio di bandierine a disposizione.

Nel primo tempo entrambe le tifoserie partono molto bene e tifano in maniera abbastanza continua e lineare con battimani ad accompagnare i cori, poi gli ospiti grazie all’esperienza ed al numero risultano più continui dei padroni di casa, che comunque non mi dispiacciono, pur con dei limiti e qualche pausa di troppo, fermo restando che stiamo parlando pur sempre di una partita di Promozione, la sesta serie del campionato italiano.

Il dato dei presenti che occupano gli spalti del “Diana” è molto significativo, gli spettatori totali infatti sono di poco superiori al migliaio. L’Anconitana gioca bene e sembra scherzare con l’Osimana come il gatto col topo: da un momento all’altro si aspetta il gol ospite, padroni assoluti sul campo, gli ultras lo percepiscono e cercano di spingere ulteriormente la squadra al gol.

I giallorossi, accompagnati per l’occasione dai gemellati di Tolentino presenti con la pezza degli “Sconvolts”, cercano di tenere testa, pur con mille difficoltà, agli ultras anconetani sicuramente più continui. Dal punto di vista numerico, gli ultras osimani sono in circa un centinaio a sostenere gli undici in campo, in cerca di una prestigiosa vittoria.

L’esultanza osimana

Verso la fine della prima parte di gara, i biancorossi accendono una torcia continuando a tifare fino alla pausa ed anche oltre, tant’è che con le squadre negli spogliatoi accenderanno anche un fumogeno rosso. Nel secondo tempo la predominanza territoriale anconetana viene finalizzata dopo una decina di minuti grazie al gol su rigore di Trombetta, che fa esultare in maniera accesa i suoi supporter che accendono ben quattro torce a coronamento del gol del vantaggio.

Dopo la rete l’Ancona cala d’intensità, al contrario dei suoi ultras che lo sostengono a gran voce con molti battimani e con una buona intensità corale. Di contro l’Osimana cresce e con lei i suoi tifosi sugli spalti, che fanno salti mortali per risultare all’altezza della situazione, venendo premiati al sessantottesimo con il gol del pareggio di Pasquini, che scatena la gioia incontenibile dei tifosi e di tutti i giocatori che vanno ad esultare sotto il settore.

Il tifo dei giallorossi non può che salire d’intensità, le pause vengono completamente azzerate per far posto ad un sostegno continuo fatto di diversi battimani. Sulla sponda opposta i biancorossi, dopo un momento di smarrimento totale, subiscono sì un leggero calo d’intensità ma continuano a tifare sempre senza mai mollare.

La speranza osimana di portare a casa il pareggio s’infrange a cinque minuti dal novantesimo, quando Mercurio segnerà il gol vittoria scatenando le polemiche dei locali che sostengono la palla non abbia completamente superato la linea di porta, ma nel frattempo i giocatori biancorossi vanno comunque ad esultare sotto il settore ospite.

Al triplice fischio finale, prima che la squadra anconetana si rechi sotto il settore ospiti, i suoi ultras effettuano una bella sciarpata per poi esultare coi giocatori. Nonostante la sconfitta pure i tifosi osimani applaudono la squadra, ringraziandola per l’impegno profuso, d’altronde sono usciti sconfitti contro la corazzata del girone.

A partita finita sento ancora gli anconetani cantare in attesa di lasciare lo stadio per ritornare a casa, così anche a me non resta che uscire per proseguire la mia personale vacanza con la convinzione di aver assistito ad un match interessante con le due tifoserie che non si sono risparmiate di certo.

Marco Gasparri