I sostenitori baresi non deludono le aspettative e giungono numerosi anche quest’anno.

Rispetto alla loro ultima apparizione al Manuzzi, finalmente riescono a dare prova concreta di tutto il loro potenziale, attraverso un tifo continuo e costante con cui sostengono la squadra biancorossa dal primo al novantesimo minuto.

Molto bella la loro sciarpata nel secondo tempo, che trasforma la Curva Ferrovia in un tappeto biancorosso, così come molto ad effetto è il continuo sventolio dei bandieroni posizionati nella parte bassa del settore ospiti.

Insomma, calore e sostegno da parte barese sono decisamente notevoli e contribuiscono a creare una cornice degna di ben altri palcoscenici.

L’unico appunto che mi sento di fare alla curva barese riguarda i pochi stendardi che colorano la balconata del settore occupato dai sostenitori biancorossi.

Chiarisco meglio.

Capisco le tendenze odierne in fatto di stile e mentalità, così come l’inutilità di avere striscioni di dieci metri per gruppi e sezioni formate da quattro o cinque persone, però è altrettanto triste vedere una curva di mille e passa persone addobbata con due soli striscioni, quando poi sono decine gli stendardi su due aste, oppure tenuti in mano, che durante la partita appaiono e scompaiono continuamente (e giustamente, per non ostruire la visuale del campo a chi si trova dietro).

Sarò all’antica ma ritengo che, almeno quando si tratta di semplici e modeste “pezze” rappresentative di gruppi o sezioni realmente esistenti ed operativi a tutti gli effetti, che macinano chilometri su chilometri, trasferta dopo trasferta, queste hanno lo stesso diritto di essere esposte al pari dello striscione del gruppo principale della curva.

Sul versante di casa, la Curva Mare inaugura il pomeriggio con uno striscione in ricordo del povero Marco Pantani, per il quale si continua ad invocare giustizia affinché possa essere appurato definitivamente il suo ruolo di vittima.

Perché in Romagna, terra di gente semplice, che ancora si conosce e si parla guardandosi in faccia, sono tutti assolutamente convinti del fatto che il Pirata sia stato vittima dell’ingiustizia sportiva e delle accuse calunniatorie di certi organi di stampa, prima ancora che di sé stesso e delle sue debolezze di campione ferito e umiliato.

La folta e rumorosa presenza ospite funge da stimolo per la Curva Mare che quest’oggi si mostra più attiva e determinata, rispetto alle ultime uscite, con una maggiore partecipazione al tifo a sostegno dell’undici bianconero in campo.

Tanti i cori di stampo romagnolo, che giungono forti e chiari a chi sta in campo, oltre a due belle sciarpate che colorano di bianconero l’intera Curva Mare.

Di tanto in tanto, qua e là anche qualche torcia clandestina, abbandonata a terra da chissà chi, vista l’enorme pericolosità di questo artificio pirotecnico (la mia è ironia, spero si capisca).

Il sostegno della curva di casa, come ho già detto, è quest’oggi una spanna al di sopra rispetto alle ultime gare casalinghe e l’undici guidato da mister Camplone lo percepisce.

Soprattutto dopo il goal del vantaggio ospite, quando gli ultras romagnoli ricominciano immediatamente a spingere la loro squadra, al pari di quanto faranno poi, durante tutto il secondo tempo, laddove il sostegno continuo ai bianconeri di casa riuscirà a contrastare la superiorità tecnica messa in mostra dagli ospiti baresi.

Il goal del pareggio è vissuto come una liberazione da parte della Curva Mare che, da quel momento, non molla un secondo fino al triplice fischio.

Nel settore Distinti, al fianco del solito manipolo di giovanotti casualmente posizionati in quel settore, si notano oggi un paio di “pezze” che mi ricordano tanto quelle dei ragazzi di Metz (Francia).

Sarà per la folta presenza di tifosi ospiti, che li sprona a farsi sentire più degli avversari, oppure per gli amici giunti in visita dalla Francia, fatto sta che i ragazzi dei Distinti sono quest’oggi in grande spolvero, più numerosi del solito e più continui nei cori e nei battimani.

Alla fine, quindi, un pareggio che ci sta tutto, sugli spalti come in campo.

Giangiuseppe Gassi.