Nella stesura dei calendari del 25 luglio, fin da subito ha colpito l’immaginario dei tifosi quel Parma-Juventus alla prima giornata. La mente riporta subito al passato quando, esattamente nel 1990, i gialloblucrociati affrontarono i bianconeri di Roby Baggio e Gigi Maifredi nel loro esordio assoluto nella massima serie. Succedeva 29 anni fa, in un Tardini in piena fase di upgrade e in cui regnavano spalti in tubi innocenti, in questo lasso di tempo ne è passata tanta di acqua sotto i ponti, contraddistinto da tante sfide in ogni dove tra le due compagini, comprese coppe e finali, persino europee.

Quando si parla di Juventus, ancora oggi la caccia al biglietto è inevitabile, tant’è che con l’apertura della vendita in pochissimi giorni il Tardini è andato esaurito e come nella partita di Coppa Italia con il VeneziaMestre le biglietterie resteranno chiuse.

Riparte così il campionato di Serie A e la partita in questione viene scelta come gara inaugurale anticipandola al tardo pomeriggio di sabato con il termometro implacabile che segna ancora ben 33°. Stadio gremitissimo, l’unica certezza riguarda gli 11.912 abbonati con la Nord piena in ogni ordine di posto mentre inquantificabile la presenza juventini che si dipana in varie parti dello stadio, palesandosi in una sciarpa bianconera o nella più gettonata maglia di Cristiano Ronaldo.

Musica altissima nel riscaldamento delle squadre che rende difficile persino parlare o capirsi con il proprio vicino, anche se comunque i cori ostili da entrambi le parti si sono uditi lo stesso.

All’ora dell’Aida, tradizionale accompagnamento delle formazioni sul manto erboso, la Nord propone una coreografia con tantissime bandierine, distribuite anche nei distinti e in tribuna. Ben eseguita e riuscita, anche se personalmente credo che una grandezza più ampia delle stesse avrebbe offerti un impatto visivo maggiore.

Nel settore ospiti sono presenti tutti i gruppi, poco compatti tra loro nei vari settori. Rispetto al solito ci sono meno due aste con la città di provenienza, mentre i Drughi esibiscono un “STEFANO CON NOI”.

Togliendo i primi dieci minuti in cui i cori erano ben udibili, il primo tempo è risultato abbastanza spento per entrambi: ai padroni di casa taglia le gambe il gol di Chiellini nei primi minuti, mentre i dirimpettai pagano moltissimo i tanti occasionali che, come da prassi, preferiscono guardare lo spettacolo sul campo senza partecipare all’incitamento; solo in occasione del vantaggio si è messa all’opera la Curva Sud in blocco con il classico “Juve, Juve, Juve…” mentre per tutto l’arco di tempo è la sola parte inferiore a farsi carico del tifo, con quattro bandieroni sempre sventolati e buoni battimani.

All’inizio della ripresa la Nord espone lo striscione: “TRADITORE SENZA ONORE TOGLI IL NOSTRO NUMERO DAL TUO NOME”, chiaro riferimento al portiere bianconero Gianluigi Buffon e al “77” scelto come numero di maglia che richiama velatamente all’anno di fondazione dei Boys Parma. Tanto lo scalpore su giornali, social e Tv nella solita contrapposizione bipolare selvaggia fra pro e contro, fatta di tanti giudizi sommari e poca comprensione delle motivazioni di fondo, tanto che il giorno dopo la Curva Nord ha sentito il dovere di esplicare meglio il concetto con un comunicato:

Vogliamo precisare, anche se non ce ne sarebbe il bisogno, il motivo per il quale abbiamo “dedicato” lo striscione al secondo portiere della Juventus: senza perdersi in dietrologie e troppe retoriche, quasi 20 anni fa ci ha traditi, giurando qualche ora prima di firmare il contratto dei Gobbi che non sarebbe mai e poi mai andato a giocare a Torino.
A Parma era un figlio, un eroe, ha tradito la sua città rimangiandosi le parole che non era certo obbligato a dire.
Un uomo non vale quanto la sua parola…
A distanza di tanto tempo si è rimesso in bocca la nostra città, la nostra squadra ed il nostro numero… come nelle favole più belle.
Ci dispiace, ma noi non dimenticheremo mai.

Tornando al tifo propriamente detto, la curva di casa oggi si potrebbe paragonare a un motore diesel dalla carburazione lenta. Nel secondo tempo intona per quasi venti minuti un nuovo coro sulle note di “Sway” di Dean Martin e gli altri restanti minuti che la separano dal triplice fischio finale, li riempie con il motivo che aveva furoreggiato nella passata stagione, ma la cosa più bella è stata sicuramente vedere l’intera curva saltare e rispolverare in alcuni momenti tutte le bandierine utilizzate per la coreografia.

Alla fine la Juventus espugna il Tardini capitalizzando l’unico goal di Chiellini. Epilogo con le formazioni sotto le rispettive curve per i doverosi saluti con i tifosi, prima dei prossimi impegni che vedranno il Parma al Friuli contro L’Udinese mentre i bianconeri ospiteranno in casa il big match contro il Napoli.

Giovanni Padovani