Quella fra Parma e Sampdoria non è solo una semplice partita di calcio ma un incontro più profondo fra anime gemelle, fra due tifoserie legate da un vincolo che si allarga anche al resto delle città, di una comunione che è tale anche negli intenti e nella filosofia, nel modo di vivere e intendere la Curva insomma.

E anche questa volta il preambolo è lungo e parte ben prima del calcio di inizio, con la classica partita a calcetto fra delegazioni delle due tifoserie, un lungo brindisi al Bar Gianni, storico incontro pre-partita della tifoseria ducale, per poi partire verso lo stadio in corteo, dove poi le strade si separano e ognuno prende la via del proprio settore. Anche se poi il rettangolo verde unisce ancora Parma e Sampdoria nel vecchio rito del giro di campo con i bandieroni, retaggio di un tempo così remoto che non sai mai se prendere con malinconia per tutto ciò che non è più o con un certo ottimismo, perché nonostante le spinte che tendono ad omologare tutti i tifosi al rango di clienti, c’è ancora chi resiste, covando e trasmettendo tradizioni.

Il colpo d’occhio sugli spalti è davvero ottimo, sono infatti 18.340 i presenti e di questi sono circa 6.000 quelli di fede blucerchiata. Oltre ai tre spicchi visibilmente occupati da loro, tanti altri se ne ritrovano sparsi un po’ ovunque nel resto dello stadio. Certo non sarà stato l’unico innesco a questa deflagrazione di passione e partecipazione, ma va senza dubbio sottolineata la ancora una volta lodevole iniziativa delle società che fissano con un patto di reciprocità il prezzo del settore ospiti a 10 €. Tanto pagano i doriani a Parma e tanto pagheranno i parmigiani a Genova al ritorno. Si dovrebbe parlare di volgare matematica e non riempirsi la bocca di paroloni roboanti, vantarsi sui giornali di aver fissato un tetto per i biglietti del proprio settore ospiti come se fosse chissà quale conquista sociale, quando in realtà è solo una scelta commerciale precisa che costa comunque 40 € ad ogni tifoso avversario e permette alla data e innominata società di guadagnare di più degli anni precedenti quando non aveva alcun tetto. Prima della vuota retorica sul riportare le famiglie allo stadio o l’inutile piagnisteo sulla pirateria che uccide il calcio, basterebbe semplicemente abbassare i prezzi del biglietto a cifre più umane. La risposta è data già in anticipo da riscontri di pubblico come questi.

Ma non è solo una questione numerica, visto che i blucerchiati offrono davvero tanta qualità sugli spalti. Tutti i presenti hanno maglie, bandiere, sciarpe o un qualsiasi altro vessillo con quelli che loro stessi hanno ribattezzato come “i colori più belli del mondo”. L’effetto cromatico che se ne ricava è davvero stupendo. Le bandiere sventolano pressoché ininterrottamente ma sono anche tanti i cori, compresi gli attestati di stima reciproca, i battimani, ecc. Considerato che il loro tifo era partito già con largo anticipo rispetto all’inizio, sono non solo 90 ma 100-120 minuti molto belli e continui.

La giornata è contrassegnata anche da una serie di striscioni. Gli ospiti omaggiano e sostengono i diffidati fra i padroni di casa, Parma a sua volta saluta Bek, grande ultras doriano scomparso nel dicembre 2021. C’è spazio anche per uno striscione analogo che viene issato su ambo le sponde e che sottolinea ancora una volta la scelta dei settori a prezzi popolari. Strada già in passato battuta e inizialmente intrapresa anche da altre società come Atalanta e Udinese, poi lasciata purtroppo inesplorata. I doriani infine, espongono uno striscione per salutare per l’ultima volta Giovanni Lodetti, scomparso lo scorso 22 settembre e che nella sua lunga carriera aveva anche vestito pure la maglia della Samp per quattro stagioni a cavallo fra il 1970 e il 1974.

Per quanto riguarda Parma, si registra un passo indietro rispetto alle prime uscite dove il tifo della Nord era stato molto positivo. Buono il primo quarto d’ora questa volta, sul canonico abbrivio che garantisce l’entusiasmo iniziale, poi il sostegno viene lasciato ad appannaggio del solo gruppetto in basso al centro, mentre tutto il resto del settore lo segue e lo appoggia poco, tramortito forse dal vantaggio avversario di Pedrola al 19esimo. Peccato, fa anche un po’ rabbia, perché poi all’81esimo il Parma pareggia e il potente boato e la continuità con cui si conduce il tifo fino alla fine, dicono inequivocabilmente quanto importante sia il potenziale e quanto ancora più importante sarebbe valorizzarlo e cercare di esprimerlo più ampiamente.

Finisce dunque così, con un 1 a 1 che anche in campo simbolicamente divide tutto equamente fra le due tifoserie amiche. Un pareggio che il Parma può metabolizzare come fisiologico dopo il buon avvio di stagione e che in casa Samp deve necessariamente diventare un punto di svolta per una stagione fin qui molto al di sotto delle aspettative e dei sogni di questa piazza.

Giovanni Padovani