Dopo la sconfitta nella partita d’andata per 2-1, il Gubbio cerca di ribaltare il risultato in quella di ritorno per evitare così di tornare nell’inferno della serie D. Allo stadio, dopo i fasti del recente passato, non si presentano molti tifosi, solo 1.500 circa,  mentre da Savona ne arrivano circa una sessantina. A livello coreografico, gli ultras umbri sventolano qualche bandiera ed accendono dei fumogeni rosso-blu, invece i savonesi si dividono in due tronconi e sventolano da un lato bandierine plastificate bianche e dall’ altro bandierine blu.

Nel primo tempo le due tifoserie si danno parecchio da fare per farsi sentire, calcolando che gli ospiti dopo appena 3 minuti sono già in vantaggio. Comunque entrambe le tifoserie eseguiranno dei bei battimani, mentre la parte eugubina sventolerà discretamente un bandierone e delle bandiere. Dopo il gol del pareggio locale, i savonesi accuseranno qualche pausa in più, pur senza mai smettere di cantare.

Nella seconda parte di gara, gli umbri continueranno a tifare cercando di spingere la squadra al gol che potrebbe valere la salvezza. Tanti sono i battimani ed i cori, contrassegnati da una discreta intensità, poi però alla mezz’ora cominceranno a calare anche loro, concedendosi qualche pausa in più.

I savonesi, in questa seconda frazione, canteranno in maniera discontinua, con il tifo e l’intensità corale che però aumenteranno quando cominceranno a realizzare che la squadra è prossima a salvarsi.

Al triplice fischio finale, umori completamente opposti per le due tifoserie: i liguri festeggiano questa insperata salvezza con i giocatori sotto al settore che lanceranno le maglie, mentre gli umbri cominceranno a contestare i propri giocatori per aver buttato via la salvezza nelle ultime giornate di campionato. La contestazione poi proseguirà fuori lo stadio, con oltre un centinaio di tifosi che si accalcheranno ai cancelli senza volerne sapere di andare via anzi, quasi un’ora dopo forzeranno un cancello ed entreranno in un vialetto per essere poi bloccati dalle forze dell’ordine. La loro caparbietà verrà poi premiata da un incontro faccia a faccia con l’intera squadra, per riuscire a capire perché, dopo 17 anni di onorato professionismo, si sia riusciti a buttare così una salvezza che si pensava già conquistata, forse solo in virtù del fatto che per oltre metà campionato erano tranquillamente sesti in classifica. Ovviamente, e giustamente, sono volate parole forti e dure, ma fortunatamente tutto si è svolto lontano dalle invasive e indiscrete telecamere, altrimenti l’ipocrita perbenismo italico avrebbe potuto montare uno scandalo anche per un semplice “vaffanculo”.

Marco Gasparri.