Si gioca il recupero di quel famoso 9 dicembre, quella serata veramente da lupi in cui regnavano gelo e pioggia. La partita venne poi sospesa per impraticabilità del campo, a distanza di oltre un mese, in un orario indegno (14:30) soprattutto perché infrasettimale (mercoledì) riprovo a calcare il manto erboso del “Garilli” per portare a compimento questa partita, visto che finalmente sembra essere la volta buona visto che Piacenza oggi è baciata dal sole e la temperatura è davvero gradevole.

Lo stadio si presenta ugualmente vuoto, spettatori ai minimi storici, un migliaio è dire anche troppo, ma non mi aspetto nulla di diverso almeno dai padroni di casa, in virtù del comunicato emanato a dicembre in cui si annunciava l’autosospensione delle sigle principali del tifo. Comunque in balconata presente lo striscione Vecchia Guardia e lo stendardo Gruppo Placentia 1992 e qualche bandierina sventolata da gente d’età. Nella parte inferiore, un gruppetto assiste la partita sorseggiando birra e l’unica volta che ho sentito il popolo biancorosso è stato l’urlo per il gol del momentaneo vantaggio a opera di Pergreffi.

Sicuramente meglio a livello di tifo quella ventina di bianconeri giunti dalla Toscana: per il potenziale a disposizione, hanno fatto il loro dovere; tifo non continuo ma comunque una minoranza rumorosa che nel “deserto” di Piacenza ha fatto sentire perfettamente i propri cori, alcuni anche goliardici. Artefici anche di una sciarpata e con le due bandiere quasi sempre al vento, insieme alla squadra hanno creduto e lottato per ottenere il massimo risultato da questo match ed effettivamente, quando sembrava tutto finito, all’ultimo minuto Santini ha segnato la rete della vittoria. Bello è stato assistere alla corsa di tutta la squadra senese, compresa la panchina, sconfinando sulla pista in tartan per poi esultare tutti insieme appassionatamente sotto il settore dedicato agli ospiti. Peccato solo che questa esultanza ha portato vari cartellini gialli a diversi giocatori, ma il gesto rimarrà impresso negli occhi dei tifosi della Robur, un gesto che vale sicuramente la giornata di ferie presa per assistere a questa gara. Annichiliscono ogni forma di vita, felicità e libertà in questo calcio, poi si chiedono perché la gente non lo segua più…

Giovanni Padovani