Due aspetti si ripetono ad ogni mia visita a Ponsacco: il grande caldo che mi accoglie e l’assenza della tifoseria ospite. Nella mia prima stagionale furono i tifosi della Sanremese a non presentarsi, lasciandomi un po’ stupito vista la storia della tifoseria ligure, mentre questa volta alla tifoseria viareggina viene impedita la trasferta dopo gli incidenti con i massesi.

La partita di questo pomeriggio vuol dire molto per il Ponsacco: una vittoria potrebbe far continuare il sogno della promozione in serie C, mentre con un risultato diverso sarebbe dura rincorrere la capolista Albissola che sta guidando il girone. Finale di campionato avvincente, le squadre lottano punto a punto ed una mano potrebbe arrivare anche dal fattore campo e dalla tifoseria.

Buon movimento intorno allo stadio di Ponsacco, sportivi ed ultras cominciano a assiepare i gradoni, si capisce dall’attesa che la partita è particolarmente sentita e del resto la tribuna coperta è praticamente esaurita, ma anche le laterali offrono un buon colpo d’occhio.

Gli ultras rossoblù espongono ad inizio partita un solo striscione, “No ai divieti”, e restano silenti per i primi quindici minuti, questo per solidarietà alla tifoseria ospite che non è potuta essere presente. Da ricordare come i rapporti tra ponsacchini e viareggini siano più che distesi, perciò il divieto di trasferta rientra nella logica del “sei stato cattivo, ti punisco”. Nulla di nuovo sotto il sole, ci mancherebbe: ormai la invadente lente d’ingrandimento ha valicato i confini del calcio professionistico e si insinua senza troppe difficoltà pure in serie D, dove alcune realtà sono da applausi solo per il fatto di tirare avanti la carretta.

Un paio di cori contro la repressione anticipano la salita degli ultras rossoblù nel loro abituale spicchio di tribuna, viene aperto lo striscione “La tana dell’orso” e si viene a formare un discreto gruppo di persone. Gli ultras partono con il piede pigiato sull’acceleratore, battimani perfettamente eseguiti e tanta voce manifestano la voglia e la convinzione di trascinare la squadra ad una importante vittoria. Un bandierone anima il tifo dei padroni di casa, la squadra passa in vantaggio su rigore ed il tifo prende ulteriore vigore, complice il fatto di non avere una controparte valida davanti, gli ultras rossoblù non hanno difficoltà nel farsi sentire ed arrivano a vele spiegate a fine primo tempo.

La ripresa è un’altra musica, la squadra rossoblù entra in campo molle ed incassa due reti perdendo così una partita fondamentale. Sugli spalti è un mix di sensazioni: rabbia e delusione si fondono, ci sono persone che si portano lungo la rete per inveire contro terna arbitrale ed avversari e chi preferisce rimanere al proprio posto per incitare la squadra. In questo frangente anche gli ultras chiedono ai giocatori un maggior impegno ma sul terreno di gioco l’estremo difensore del Viareggio non compie particolari interventi.

Al triplice fischio del direttore di gara, ultras e tifosi locali schiumano rabbia, c’è chi inveisce contro la squadra che comunque si porta sotto il settore per ringraziare il pubblico, c’è chi inveisce contro i rivali accusandoli di una eccessiva foga, c’è infine chi se la prende con parte della dirigenza. Le forze dell’ordine vigilano sul deflusso dei tifosi, c’è anche un faccia a faccia ultras – giocatori ma inevitabilmente viene a mancare quella tranquillità che in questi casi è decisiva.

Da menzionare che una decina di normali tifosi viareggini ha trovato comunque posto in tribuna centrale, l’esultanza un po’ eccessiva alla prima rete della propria squadra ha creato qualche malumore ma il tutto si è risolto con qualche urlaccio, malgrado anche in questo caso le forze dell’ordine siano intervenute per evitare spiacevoli conseguenze. Si parla di calcio minore ma anche in queste categorie l’occhio lungo della giustizia miete illustre vittime.

Valerio Poli