Pordenone è un comune italiano di circa 50 mila abitanti al confine con il Veneto, città che negli ultimi anni ha saputo abbinare alle ottime performance economiche (famosa per essere sede del distretto della sedia), discreti risultati sportivi. Parte infatti nel 2013 la scalata dei neroverdi al calcio che conta e grazie a promozioni in serie, nel giro di pochi anni arriva anche la B.
I padroni di casa, dopo aver chiesto ospitalità alla città di Udine, quest’anno disputano i match interni nello stadio Guido Teghil di Lignano Sabbiadoro, in quanto lo storico impianto di Pordenone, l’Ottavio Bottecchia, non risulta a norma per ospitare i match di serie B, impedendo di fatto all’intera tifoseria di vivere appieno la stagione calcistica dei propri beniamini.
Si gioca di martedì sera, giorno dedicato nel recente passato alla coppa Italia, davanti a poco meno di mille spettatori e con una discreta presenza di tifosi reggini, circa un centinaio, molti dei quali residenti nel nord Italia. I padroni di casa non presenziano alla partita in aperta contestazione contro le misure restrittive imposte a seguito dell’emergenza covid-19 ma anche come forma di protesta nei confronti della propria amministrazione comunale, incapace di risolvere la questione stadio e obbligando quindi i propri tifosi a vivere le partite del Pordenone perennemente fuori casa. La scena viene pertanto rubata dagli ospiti che spingono gli amaranto al pareggio, arrivato grazie al gol di Galabinov a pochi minuti dal fischio finale.
Foto di Pasquale Minniti
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Testo a cura della redazione.