Arrivo a Reggio Emilia al mattino presto, tempo di fare un abbondante colazione nei pressi della stazione ferroviaria e ricaricare le batterie, dopo una notte in treno, poi ho tutto il tempo a disposizione per visitare la città, prima della partita fra la Reggiana padrona di casa e il Bari che si disputerà alle 14.

La prima tappa, senza ombra di dubbio, è il vecchio Mirabello. Sorprende ripensare che questo stadio abbia vissuto la serie A, stracolmo di gente e di tifoserie ospiti che si sono susseguite negli anni, incastonato nelle vie principali della città, a ridosso della stazione.

Un emozione indescrivibile, esaminarlo nei minimi dettagli, passare sotto il settore ospiti, dove purtroppo non c’è più niente se non l’albergo sullo sfondo che si intravedeva nella classiche fototifo che ti capitavano per corrispondenza o sfogliando il famoso Supertifo. Ciò che è rimasta intatta è la tribuna coperta, senza aver subito nessun ammodernamento. Per il resto tutto abbattuto, anche le porte.

Una visita sotto il settore del GHETTO è d’obbligo, anche qui potendo solo immaginare quel che c’era prima dell’abbattimento, basandosi sui palazzi che si intravedevano nelle foto, in cui non di rado trovavi gente intenta a seguire le gare dai terrazzi. Emblematica su un muretto nei pressi la scritta ONORE AGLI ULTRAS GHETTO, sintesi del rispetto verso una gloriosa curva che ha fatto storia negli anni ’80 e ’90.

Concludo il mio giro perimetrale, passando sotto la tribuna, fra i fantastici murales che rievocano il passato con i volti delle vecchie glorie che in questo stadio hanno scritto la storia del calcio locale, così come hanno fatto tutti i gruppi ultras di cui altrettanto sono riportati i nomi sul muro.

La mia giornata potrebbe finire così ma in attesa della gara, passo il resto della mattinata fra le strade del centro cittadino, indubbiamente un piccolo gioiello dell’Emilia, il Duomo, le varie chiese, le piazze, i vicoli immersi nella tranquillità domenicale. Dopo un buon pranzo, testata quell’altra eccellenza emiliana che è la cucina, mi incammino verso lo “stadio nuovo”. Un po’ in periferia, come i tanti stadi moderni, e per questo slegati in certo qual modo dalla vita e dal ritmo della sua città, ma pazienza. Il giusto premio della grande camminata è rappresentato da altri fantastici murales degli ultras, Gruppo Vandelli e Teste Quadre, sotto un cavalcavia che conduce agli ingressi.

Entrando nello stadio, non so se è un mio moto d’affetto o meno, ma qualcosa mi sembra ricoleggarlo al vecchio, quanto meno nella strutturazione delle gradinate. Non essendoci mai stato, cerco di rubare ogni minimo dettaglio. Il caldo è quasi opprimente, nonostante siamo ad Ottobre.

Il settore dei baresi, nel frattempo, si riempie soprattutto nella sua parte centrale. Campeggiano striscioni e pezze dei tre gruppi principali tenute in mano. L’impatto visivo è fotograficamente interessante. Torsi nudi, a causa del gran caldo, grande compattezza e un tifo bello quanto potente. Manate fitte e una buona serie di cori che si protraggono costanti secondo i classici standard dei baresi.

Di fronte a loro, una bella curva senza ombra di dubbio quella reggiana. Con le Teste Quadre a menar le danze, offrono un tifo davvero positivo e possente. Bandieroni sempre al vento, cori a ripetere con una potente eco e complessivamente, una prestazione che trovo anche nel loro caso molto positiva. Non in ultimo, corroborata dalla partecipazione del Gruppo Vandelli nei distinti, anch’esso bello numeroso, che si fa sentire a piu riprese.

C. O.