Al Mancini di Fano, quasi sorprendentemente dopo i fatti dell’estate scorsa, i locali si ritrovano a fare gli onori di casa all’Ancona e alla sua tifoseria, alla quale non è stata proibita la trasferta e questa già di per sé sembra una gran notizia. A margine di ciò è giusto sottolineare e premettere che non si sono registrati scontri o disordini di alcuna natura questa volta.

I dorici, sempre compatti, si presentano in quasi 400 unità lasciando invenduta oltre la metà dei tagliandi; la piazza risente del delicato momento societario e di una classifica non esaltante, ma riesce a fornire una prestazione vocale all’altezza di un match che richiama allo stadio quasi tremila persone.

La classifica granata è ancora più preoccupante, ma la curva di casa risponde presente ad un appuntamento sentito ed importante sotto ogni punto di vista; il vantaggio dei padroni di casa è accolto con un boato dal settore dei supporters locali che aumentano il volume e l’intensità, a dispetto di qualche coro un po’ dispersivo durante la prima frazione di gara, dovuto ad una sorta di doppia gestione della curva. Il problema andrà poi risolvendosi col passare dei minuti, riportando la curva granata sugli standard che ormai tutti conoscono.

Il pareggio dell’Ancona nella ripresa rivitalizza il settore biancorosso, ma non demoralizza quella di casa che continua a spingere la squadra, che però non va oltre il pareggio casalingo. Parità tutto sommato giusta sia in campo che sugli spalti, anche se la notizia del giorno è che, dopo la decisione di non comminare il divieto di trasferta ai tifosi dorici, nulla è successo e la cosa andrebbe citata di monito a chi vieta a priori, spesso facendo di tutta l’erba un fascio o di un singolo episodio una macchia eterna nella fedina di una data tifoseria.

Tommaso Giancarli.