Visto che al venerdì santo il calcio in Germania riposa, approfitto un’altra volta della vicinanza con l’Austria per poter ugualmente assistere ad una partita. Oltretutto c’è Ried-GAK, incontro fra due squadre che hanno lungamente militato nella Bundesliga austriaca, e possono entrambe quindi contare su un buon pubblico e una tifoseria molto bene organizzata.

Dopo un viaggio di circa tre ore e il check-in in un albergo vicino allo stadio, posso fare un primo giro verso il vicino centro storico. Ried è un piccolo paese con solo 15.000 abitanti circa, ma sembra più grande essendo una città sede di una fiera abbastanza importante. Cammino per una mezz’ora attraverso le piccole strade per arrivare finalmente alla “Hauptplatz”, la piazza centrale di Ried.

Le strade blindate da macchine di polizia e il gran numero di tifosi locali già presenti fuori dai bar indicano chiaramente che quello odierno è uno di quei match da cerchietto rosso in questa stagione di 2.Bundesliga, dove le squadre con una tifoseria organizzata sono davvero poche.

Circa due ore prima del fischio d’inizio, un corteo con circa 2-300 ultras e tifosi locali si dirige verso lo stadio, accompagnato da un gran numero di poliziotti e anche tenuti sotto osservazione dall’alto con un drone. Vengono accese alcune torce, i battimani sono forti e ben eseguiti, ancor più se si contestualizza il tutto ad una “semplice” gara del secondo livello calcistico locale. Qualche momento di tensione quando alcuni tifosi del GAK appaiono in una strada laterale, ma tutto rientra abbastanza in breve e il serpentone prosegue tranquillo fino all’arrivo allo stadio. Lì la maggior parte degli ultras entra subito per la preparazione della coreografia, contemporaneamente arriva anche il pullman con i tifosi di Graz, scortato dai mezzi della polizia fino all’entrata del settore ospiti, cosicché non c’è margine alcuno per un confronto diretto con la tifoseria locale.

Poiché il settore ospiti è già esaurito da giorni, circa 2-300 tifosi ospiti hanno comprato biglietti per il settore adiacente, ma anche loro vengono tuttavia fatti entrare senza problemi. La tifoseria del GAK è inoltre in forte crescita, anche per i successi sportivi della propria compagine e le sempre più solide aspettative di promozione in Bundesliga, dodici anni dopo il fallimento e la ripartenza dal gradino più basso della piramide calcistica in Austria.

Alla fine il settore a loro dedicato conta circa 7-800 unità. Ad inizio della partita mostrano una coreografia con lo striscione centrale “GRAZ” e una bandiera copricurva con un fumetto il cui testo allude ai vanti della capitale della Stiria: città universitaria, città d’arte ecc. La curva di casa al contrario mostra un bandierone copricurva alzato dal tetto che ritrae alcuni hooligan, uno dei quali regge una torcia in cima alla quale, qualche minuto dopo, si vede la fiamma di una torcia vera. Completano la coreografia tante bandierine verde e uno striscione con scritto “Eisern Ried“ che rimanda allo slogan dell’Union Berlino (“Eisern Union“ che tradotto significa più o meno “sempre forte come ferro“, motto derivante dalle origini operaie del club).

La qualità del tifo sembra da massima categoria per tutte e due le curve. Tante torce accese dalla tifoseria di casa, tanti battimani e cori forti da parte degli ospiti. È una partita intensa anche in campo fra la quarta in classifica e la capolista. Ad inizio del secondo tempo, nel settore ospiti sono riprese le teste della coreografia iniziale insieme con un altro fumetto questa volta ironico verso la piccola città della fiera: un vichingo (vecchio simbolo dei tifosi di Ried) sdraiato a terra privo di sensi.

In questa sono i tifosi di Graz ad accendere tantissime torce durante tutto il secondo tempo. E quando finalmente la capolista riesce a segnare l’unico gol della sera e fare un altro decisivo passo verso la promozione, i cori sono ancora più forti e la festa a fine partita, con la squadra sotto la curva, sembra già un assaggio in attesa della festa vera a fine maggio. In tutto ciò la curva di casa non smette mai d’incitare la propria squadra, le bandiere sono sempre in alto e guardando la dimensione della città, la quantità, l’impatto qualitativo degli ultras e anche il numero generale di spettatori, in ogni caso notevole si può considerare il loro livello.

Niente da segnalare dopo la partita, tranne il rumore monotono del drone che aleggia sopra lo stadio, mentre io utilizzo il tempo che mi resta in questo giorno di fine marzo per un ultimo giro verso il centro illuminato, dove la normalità e il silenzio tornano a regolare i ritmi della città…

Jürgen De Meester