Negli ultimi anni il Rimini è stato reduce di fallimenti, liquidazioni, salvezze insperate, problemi societari e, per finire, una recente retrocessione. In poche parole, un vero calvario.
I primi ad arrivare sono alcuni club, “Tre moschettieri”, “Forza Rimini”, “Rimini Forever”, “Collettivo”, seguiti dall’ingresso degli ultras.
I RWS si presentano con una pezza, un due aste raffigurante Corto Maltese, “Gioventù Red White Supporter”, bandiere a scacchi biancorossi ed un’altra raffigurante un divieto con il simbolo del Cesena.
I tifosi si dispongono in una tribunetta da circa 60 posti sotto lo sguardo di una camionetta dei carabinieri che per tutta la partita si limitano solamente ad un semplice controllo. La partita inizia e la tribunetta è già piena, mentre il resto dei riminesi si posiziona ai lati, per un totale di circa 70 persone.
Nel primo tempo, anche se il Mezzolara va in vantaggio, il tifo ospite non manca con diversi cori; per citarne alcuni, “Noi vogliamo questa vittoria”, “Riminese al 100%, orgoglioso di essere qua”.
Ma, dopo il 2-0 per il Mezzolara, inizia la contestazione ed i cori prendono un senso opposto, con alcuni cori talvolta abbastanza pesanti.
Fra un coro e l’altro di contestazione, c’è spazio anche per altri cori contro la Lega, la polizia, per i diffidati ed anche contro il Cesena, con l’accensione di qualche fumogeno.
La partita finisce 3-1 per il Mezzolara e la contestazione continua anche al di fuori, con un gruppo di tifosi riminesi che si dirige davanti al pullman dei giocatori per avere un confronto faccia a faccia, il tutto sempre sotto lo sguardo della polizia. Nulla di trascendentale, comunque.
Il tifo di casa, a parte un tifoso armato di bandiera, tamburo ed una buona voce, non è nulla di rilevante; ai giocatori di casa solo un applauso a fine partita per la merita vittoria.
Luigi Bisio