“Siamo in assetto da guerra?”

Sono seduto sul muretto di fronte l’ingresso principale dello Stadio Comunale di Sanremo. Un signore mi si avvicina e mi rivolge questa domanda, riferendosi evidentemente all’imponente spiegamento di forze dell’ordine presente alla mia destra, a pochi metri: camionette della polizia, volanti, e un grosso numero di agenti di polizia, carabinieri e vigili urbani.

“Credevo di essere a Sanremo, ed invece mi sembra di essere in Siria”, gli faccio eco, sorridendo amaramente.

“E pensare che solo a pochi centinaia, di metri da qui spacciano liberamente, senza nessun controllo e nessun intervento” continua, indicando verso il centro cittadino.

“Già, ma qui ci sono gli ultras”, rispondo provocatoriamente.

“Infatti. E vorrei capire il perché di tutto questo allora. Ci sono le divisioni all’interno dello stadio, perquisiscono tutti, ci sono le telecamere che riprendono tutto. Che senso ha questo schieramento di forze? Sarà che la domenica lo straordinario è davvero ben pagato!”

Annuisco.

Pochi minuti dopo gli agenti si muovono e si schierano lungo la via principale che passa proprio di fronte lo stadio della città dei fiori. Il traffico viene bloccato e deviato sulle vie parallele, mentre gli agenti, in tenuta antisommossa, creano diverse linee di cuscinetto dividendo, di fatto, la zona vicina all’ingresso del settore ospiti da quella dove è invece situato l’accesso principale dell’impianto sportivo. Tra poco più di un’ora, sul rettangolo di gioco si affronteranno la compagine di casa, la Sanremese, ed il Ponsacco, per la finale playoff del girone E della Serie D.

Il caldo ormai estivo rende l’atmosfera ancor più soffocante.

Le due tifoserie sono divise da una forte rivalità, è vero. Ma tutto questo non giustifica di certo questa enorme presenza di forze dell’ordine, che lascia attoniti e basiti anche i diversi tifosi ed appassionati che alla spicciolata stanno raggiungendo lo stadio e restano ad osservare e a commentare le manovre degli agenti. Soprattutto alla luce di quanto accaduto giusto una settimana fa, in occasione della semifinale playoff tra la Sanremese ed il Viareggio. Con i tifosi di quest’ultima tristemente protagonisti.

E gli ultras della Sanremese iniziano questa giornata proprio con un pensiero rivolto ai tifosi viareggini, seppur rivali. Con uno striscione dedicato ad uno di loro in particolare: Samuele, il giovane sostenitore toscano senza una gamba, finito all’ospedale di Imperia dopo la carica della polizia all’autogrill.

“Forza Samuele”, è lo striscione esposto dai tifosi matuziani prima di mettersi in marcia, in corteo, per raggiungere lo stadio.

Un corteo durante il quale i cori della Gradinata Nord di Sanremo sono scanditi a gran voce, mentre decine di bandiere biancoazzurre vengono sventolate continuamente. Insieme ai matuziani ci sono anche i gemellati di sempre, gli Ultras Albenga: nonostante lo zoccolo duro sia stato recentemente falcidiato da numerose diffide, quei pochi che possono ancora recarsi allo stadio hanno deciso di essere presenti qui, al fianco dei propri fratelli.

Gli ultras toscani non sono ancora arrivati nei pressi dello stadio. Pare li faranno entrare dopo il fischio d’inizio, per scongiurare qualsiasi tipo di contatto tra le due tifoserie.

Ed infatti dopo dieci minuti dall’inizio delle ostilità, ecco anche i tifosi rossoblu che fanno ingresso nel settore ospiti. Non sono tantissimi. Non hanno i numeri della loro ultima trasferta in queste zona di qualche settimana fa. Ma sono carichi e si faranno sentire per tutta la gara. Insieme a loro i gemellati di Sestri Levante, anch’essi acerrimi nemici della tifoseria di casa.

Le due fazioni iniziano subito ad insultarsi reciprocamente. Un botta e risposta continuo, velenoso, minaccioso, ma a tratti anche ironico e alquanto simpatico. Ci si scambia epiteti di ogni genere, rinfacciandosi l’un l’altro comportamenti e azioni del passato. Alcuni si avvicinano anche alle ringhiere che dividono i due settori, minacciandosi e offendendosi in ogni modo possibile.

Le ingiurie e lo scherno si fermano temporaneamente solo quando la Gradinata di casa lancia il coro “Giustizia per Samuele”, che viene accolto dall’applauso dei sostenitori ospiti. Entrambe poi intoneranno il coro “Ultras Liberi”, per poi riprendere ad insultarsi e a sostenere le squadre in campo.

Un ulteriore pensiero ai tifosi viareggini e a Samuele verrà poi effettuato ad inizio del secondo tempo dalla tifoseria del Ponsacco.

Per il resto le due fazioni non smetteranno quasi mai di beccarsi, con piccole pause dedicate al sostegno dei propri undici in campo e alcuni cori dedicati alle tifoserie gemellate oggi presenti. Dal settore ospiti partirà anche un coro contro l’Entella Chiavari, rivali storici della tifoseria del Sestri e gemellati dei matuziani.

Sul campo la partita è piuttosto combattuta, nonostante sia una sfida quasi inutile, a causa del cervellotico sistema di ripescaggio ideato per le formazioni di Serie D che eventualmente vinceranno le finali playoff di quest’oggi. Le due formazioni si affrontano però a viso aperto e sembrano entrambe intenzionate a portarsi a casa la posta in palio. Alla Sanremese, vista la migliore posizione in classifica al termine della stagione, basterebbe anche il pareggio al termine degli eventuali tempi supplementari.

La formazione ospite sembra comunque avere un po’ più di benzina nelle gambe rispetto ai propri avversari. Ed infatti sul finire della prima frazione di gioco si porta in vantaggio sugli sviluppi di un calcio di punizione calciato dalla trequarti. Il traversone coglie impreparato l’estremo difensore matuziano che effettua un’uscita a vuoto lasciando completamente sguarnita la propria porta. Il cross viene colpito di testa da un giocatore rossoblù che insacca per la gioia dei tifosi ospiti.

Il primo tempo si chiude quindi sull’uno a zero per la formazione toscana, ma il registro nel secondo tempo non cambia più di tanto. La Sanremese prova a reagire, ma senza incidere particolarmente, ed il Ponsacco colpisce per la seconda volta, in contropiede, grazie ad uno svarione difensivo, al sessantacinquesimo minuto.

La delusione si fa largo tra i sostenitori di casa e conseguentemente cala anche l’intensità del tifo. Mentre nel settore ospiti si fa festa a ritmo del tamburo, suonato incessantemente. Sul finire di gara gli animi si scaldano e le provocazioni e gli insulti tra le due fazioni si fanno un tantino più prepotenti. Ancora una volta diversi componenti delle due tifoserie si avvicinano alle ringhiere, discutendo animatamente. Ma non avviene niente di più.

L’arbitro intanto sancisce la fine della gara con il triplice fischio. Il Ponsacco vince questa finale playoff e va a festeggiare sotto il settore dei propri tifosi, lanciando loro magliette e pantaloncini.

Sul fronte opposto molta delusione, ma anche tanti applausi per una stagione comunque conclusa al secondo posto in campionato ed in finale playoff. Dopo una breve consultazione tra i tifosi e i leader della squadra, i giocatori saluteranno i propri tifosi lanciando anche loro le proprie magliette ed uscendo dal campo comunque tra gli applausi degli ultrà biancoazzurri.

È tempo di andare anche per me, ma una volta varcato l’enorme arco dell’ingresso principale dello stadio, eccomi tornare alla triste realtà, con le forze dell’ordine nuovamente schierate in tutte le zone antistanti l’impianto sportivo e le camionette della polizia in mezzo alla strada, per bloccare il traffico e dividere le zone interessate dai tifosi di casa da quella dove usciranno i tifosi ospiti. Mentre la gente che incomincia a guadagnare la via di casa, continua a guardarsi intorno sgomenta, interrogandosi, anche ad alta voce, se sia davvero necessario tutto questo.

Daniele Caroleo