Quando si avvicina la fine della stagione calcistica, ogni punto conquistato può risultare determinante nella classifica finale per capire quali saranno le formazioni che si sfideranno ai playout per evitare la retrocessione nell’inferno della serie D. Questa sera, tra le mura amiche, il Santarcangelo penultimo in classifica ospita il Fano fanalino di coda.

Dalla città Marchigiana un buon numero di ultras e semplici tifosi hanno voluto far sentire la propria vicinanza alla squadra che, potendo contare su una tifoseria di lungo corso anche in momenti bui come questi, può vantare un’arma in più rispetto a piazze calcistiche meno prestigiose, dove il calore e pressione del pubblico è meno influente. Sui tabellini dei quotidiani sportivi del giorno successivo, ipotizzano poco più di 600 spettatori, almeno un terzo dei quali son quelli giunti da Fano.

Questa sera lo zoccolo d’uro dei Casualmente Ultras invece, mi è sembrato un po’ rassegnato, seppur questa partita valesse per loro come una finale di Champions, vista l’importanza che ne deriva dal risultato finale. Non a caso, nel loro ciclostilato distribuito prima della gara, facendo il punto della situazione, parlano della delusione degli ultimi tempi e del rapporto tifosi-giocatori nel quale, al netto di qualche incomprensione, l’importante è che tutti insieme si remi nella stessa direzione, cercando di salvarsi sul campo, a partire dall’unico risultato possibile quest’oggi, ossia la vittoria.

All’ingresso delle squadre in campo, sia nel settore dei locali che in curva ospite, vengono sventolati i rispettivi bandieroni; quelli granata per tutti i novanta minuti non conosceranno soste, meno continui nel settore dei gialloblù, dove trova posto anche una larga rappresentanza di ragazzini del settore giovanile.

Il vantaggio iniziale degli ospiti, su calcio di rigore già nei primi minuti, dà un vantaggio anche ai tifosi nel sostenere la loro formazione: i cori lunghi e ripetuti vengono cantati dalla maggioranza dei presenti e tra bandiere e sciarpata, il settore risulta bello e attivo, mantenendosi vivo per tutto l’arco della gara.

Un po’ più di difficoltà nel settore di casa, dove il numero esiguo di partecipanti non permette un tifo degno di nota, nonostante la voglia di divertirsi nel sostenere la squadra della loro città, vissuta in modo spensierato e fuori da cliché che questa volta non bastano per fungere da carburante.

Nella ripresa l’agonismo che i giocatori gialloblù mettono in campo, viene ripagato con il goal del meritato pareggio e dopo di ciò sono i tifosi locali, galvanizzati e con tutto il loro entusiasmo, ad esibirsi in una sciarpata sulle note di “Romagna Mia”.

Il pareggio alla fine sembra il risultato più giusto, per quanto serva a poco ad entrambe che cercavano la vittoria per abbandonare i bassifondi della classifica, che poi sembra costantemente suscettibile di modifica a seguito di punti di penalizzazione che, di tanto in tanto, vengono attribuiti a varie squadre in virtù dei loro problemi societari, modificare equilibri o, come già successo, facendo passare persino in secondo piano il risultato del campo.

Al triplice fischio c’è delusione nel settore di casa, mentre nel settore ospite i granata incitano comunque la loro formazione a non mollare, fino alla fine, giurando di esser sempre al suo fianco.

Gilberto Poggi