Nella domenica della chiamata alle urne, l’Altamura è di scena a Sarno. Tra i due fenomeni, apparentemente, ci sarebbero pochi punti di contatto, molti di più invece, da un’attenta analisi: da una parte, il popolo italiano, che torna ad esercitare con forza il diritto di voto chiedendo un cambio di rotta e implorando alla politica di guardare ai bisogni del paese: pari opportunità, eguaglianza e lotta alla povertà; dall’altra gli ultras, nostalgici e romantici, che si ostinano a seguire con passione un’ideale, chiedendo anche loro un radicale cambiamento alle istituzioni che governano il calcio: restituire allo sport più amato dagli italiani una dimensione umana, vicina alle esigenze di chi alimenta lo spettacolo negli stadi.

Come sono finite le elezioni è noto a tutti, come invece finirà la battaglia dei nostalgici pallonari è facile da prevedere: gli stadi continueranno a svuotarsi e le partite continueranno ad essere un prodotto per ricchi.

L’impianto di Sarno è un gioiellino, abbellito da una panorama naturalistico che è la ciliegina sulla torta: se l’occhio vuole la sua parte, il paesaggio che si staglia tutto attorno è da togliere il fiato ai tifosi ospiti. Davanti a strutture così affascinanti mi proietto con la mente in un futuro molto prossimo e immagino lo stupore dei tifosi che visiteranno i tanti “Colosseo” dei giorni nostri, quello dell’età premoderna, scomodi, scalcinati, ma diversi tra di loro e per questo affascinanti e quelli postmoderni, accoglienti ma uguali, nella forma e nel colore.

Le due compagini si affrontano per provare a dare un senso alla loro stagione calcistica: l’Altamura centrare i play off, la Sarnese evitare i play out. Subito i padroni di casa trovano il gol del vantaggio, ma i pugliesi tengono botta, trovano il pareggio e immediatamente la rete della vittoria.

Il tifo sarà un monologo, i padroni di casa infatti, per dissidi interni, seguono solo nei match esterni; scelta coraggiosa, soprattutto per lo sforzo e l’impegno che tutto ciò comporta. Durante la partita gli ospiti esporranno uno striscione per rendere omaggio ad un potentino recentemente scomparso. La vittoria premierà i km macinati, la passione e la fede per una squadra che rappresenta non solo la propria città ma un’ideale.

Michele D’Urso