Sono passati esattamente sette anni dall’ultima volta che ho messo piede all’interno del Tardini. Era il lontano 8 Novembre 2008, giorno in cui andava di scena il big match della tredicesima giornata del campionato cadetto tra i Crociati padroni di casa ed il “mio” Bari. Tante, troppe cose sono cambiate da allora. Basti pensare che solo un anno dopo è stata introdotta la tanto odiata, quanto inutile, tessera del tifoso. Quella fatidica goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo di arroganza e repressione. A detta di qualcuno uno strumento di fidelizzazione, a detta di altri un vero e proprio meccanismo di schedatura. Hanno voluto creare un modello perfetto senza sapere che stavano semplicemente rovinando il gioco del calcio, allontanando sempre più gente dagli stadi.

In un batter d’occhio un senso di vuoto ha preso il sopravvento. Non potevo restare inerme. Ho deciso di cambiare prospettiva, ho deciso di guardare il tutto da un’ottica diversa. La domenica è “il giorno del pallone” e di rimanere a casa non se ne parla proprio. Mi sono armato dell’ormai fedele fotocamera e ho deciso di continuare a viaggiare, questa volta però senza una meta ben precisa. La domenica mi ritrovo ovunque, da Nord a Sud, da Est a Ovest. Che sia terza categoria o massima serie, non importa. L’importante è viaggiare, conoscere e toccare con mano nuove realtà. Perché questo è il mio mondo, questo è il mondo che amo.

Ed eccomi qua, anche oggi in partenza per l’ennesima avventura. Meta del giorno è Parma, nobile decaduta della Serie A. Ho già visto i Crociati all’opera quest’anno in un paio di volte, e devo dire che in entrambe le occasioni lo spettacolo non è mancato.

Ora tanti si chiederanno: è facile fare grandi numeri per una città come Parma. Beh, vi posso assicurare che non è affatto scontato. Basti pensare che quest’anno non si gioca a Milano, né tanto meno a Roma o Napoli. Gli impianti di gioco sono quel che sono, a volte con settori improvvisati e pericolanti per contenere a pieno la marea gialloblù. Basti pensare l’orrore che negli ultimi anni questi tifosi hanno dovuto sopportare. Un vero e proprio incubo, con ben due fallimenti nell’ultimo decennio, il pignoramento di tutti i beni ed una società decisamente non all’altezza.

Nonostante ciò, la voglia di rinascita è stata immensa. La città di Parma ha risposto in grande alla chiamata della nuova dirigenza. Oltre dieci mila abbonamenti sottoscritti, e numeri da capogiro sia in casa che in trasferta, in un girone di Serie D che a livello Ultras, tolte poche realtà, ha poco da dire.

D’altro canto, Lucarelli & Company non sono da meno. Il Parma è una macchina da gol, un mix perfetto di giovani e veterani guidati da un condottiero che di certo non ha bisogno di presentazioni.

Raggiungo il Tardini con largo anticipo. L’aria che si respira all’esterno dell’impianto è la stessa che precede un match di Serie A. Rimango incantato nel vedere donne, bambini, addirittura anziani armati di vessilli gialloblù, raggiungere festanti i varchi d’accesso dello stadio. Ritirato l’accredito decido di fare una capatina sotto la Nord. Il mio intento è recuperare un paio di sciarpe Boys per arricchire la mia personale collezione. Gli Ultras di casa sono intenti nel preparare alcuni striscioni da esporre durante la gara, quindi ne approfitto per immortalare alcuni murales presenti al di sotto dell’enorme gradinata in cemento.

Sbrigate le mie “pratiche” ritorno al varco “accesso stampa”. Uno Stewart mi indica la strada ed in un batter d’occhio eccomi nel tunnel che porta al terreno di gioco. Procedo a piccoli passi, quasi a non voler rovinare quell’infinito tappeto blu, calpestato fino a pochi mesi fa, dai Signori del calcio. Finalmente su quel maledetto rettangolo verde. Non vi nascondo che sono un po’ emozionato. Fa un certo effetto calpestare quell’erba, fa un certo effetto essere proprio lì, in quel preciso posto dove campioni come Buffon, Cannavaro, Thuram, giusto per citarne alcuni, hanno fatto grande questo Parma.

Di lì in poi un celere susseguirsi di emozioni farà scorrere il tempo più velocemente. In poco tempo la Nord si riempirà in ogni suo posto, così come la tribuna coperta a ridosso delle panchine. L’altra tribuna, situata dalla parte opposta, sarà esclusivamente destinata ai tifosi diversamente abili. In totale si registreranno poco più di undicimila presenze, di cui circa duecento di fede giallorossa.

Ospiti collocati al centro della Sud, compattati dietro l’onnipresente striscione “Ultras”. In termini di qualità-quantità saranno a mio parere i migliori visti a Parma quest’anno considerando, come già detto, le poche realtà presenti nel girone. Il loro sostegno partirà ben prima del fischio finale, “approfittando” della Nord ancora intenta nell’addobbarsi a festa. Sarà rimbombante il nome della propria città scandito a più riprese, guadagnandosi una bordata di fischi del pubblico presente.

Osservo con accuratezza l’intero settore, alla ricerca di “materiale” degli amici felsinei, ormai una costante al fianco dei ravennati. La mia ricerca risulta vana, sicuramente a causa del delicato impegno casalingo dei rossoblu, impegnati “a tavola” (si gioca alle 12:30), contro la corazzata partenopea.

Per tutto il primo tempo sarà un costante sventolio di bandiere giallo-rosse-nere. Un bel colpo d’occhio considerato l’immenso settore a loro destinato. A livello canoro non saranno da meno, nonostante il pesante passivo di tre reti maturato sul campo dopo solo una manciata di minuti.

Durante la gara non mancheranno cori in ricordo di Vittorio Mero, calciatore giallorosso scomparso prematuramente in un incidente stradale. Saranno anche ricordati i diffidati e numerosi saranno i cori contro la celere. Ad inizio ripresa sarà suggestiva la fitta sciarpata sulle note di “Romagna Mia”, poi sarà un monologo di divertimento e goliardia pura, lasciando il sottoscritto senza parole.

Passiamo ai tifosi di casa. Come già detto la Nord è un mosaico gialloblu con tutti i tasselli perfettamente allineati. In basso al centro, quasi a dettare i tempi, fa capolino lo striscione Boys 1977. A completare la balaustra il chilometrico “Curva Nord Matteo Bagnaresi” e “Rispetto per noi che ci siamo” mentre, poco più su, saranno collocati i classici bandieroni, a perfezionare una spettacolo visivo durato per oltre novanta minuti.

A livello canoro, inutile dirlo, sarà praticamente una bolgia per tutta la gara. La sensazione è quella di assistere ad un match di Serie A. Questa città ha fame di vittorie e lo si capisce sin dai primi minuti, quando autentici boati irrompono nel cielo uggioso di Parma. Sarà una costante per tutta la prima frazione, in cui non mancheranno cori ostili nei confronti dei rivali di Bologna e Reggio Emilia.

La ripresa si aprirà nel ricordo di “Tego”, un ragazzo della Nord scomparso pochi giorni prima della gara. Sempre nella ripresa ci sarà spazio per un pizzico di goliardia. Le festività natalizie sono ormai alle porte e i Crociati non perdono l’occasione per augurare ironicamente un “Buon Natale” a chi li ha portati indegnamente nei meandri della Serie D.

Tra un coro e l’altro la gara ha termine. I padroni di casa conquistano altri tre pesantissimi punti ed ora la classifica si fa davvero dura per le inseguitrici.

Lucarelli e compagni vengono fatti “inchinare” sotto la Nord, seguirà praticamente un show che lascerà tutti a bocca aperta. Mentre la fitta nebbia comincia ad avvolgere i cieli di Parma, saluto il mio “collega” Giovanni. Un lungo viaggio mi aspetta, ma questo non importa. Anche la giornata odierna troverà degnamente posto nei ricordi del mio tour, targato Sport People.

 

Antonio Vortex.