Ho sempre preferito viaggiare verso sud per cui ho scoperto relativamente tardi il tifo in Svezia, che si presenta come un miscuglio di stile diversi: canti di sostegno e forti battimani come in Inghilterra in combinazione con cori più lunghi in stile Balcani, per finire con coreografie e pirotecnica come in Italia. Il fatto che, quando quasi tutta l’Europa si trova in piena pausa estivo la “Allsvenskan” giochi ancora, mi ha motivato a prendere l’aereo per dirigermi questa volta verso Nord…

Dopo un breve giro nel piacevole centro della città universitaria di Uppsala (una cinquantina di chilometri al nord di Stoccolma) arrivo al piccolo stadio “Studenternas”. O almeno nella parte di esso in cui sono già finiti i lavori (attualmente ancora in corso) di ricostruzione: ossia una tribuna e una curva. Gran parte dello stadio del resto, fu eretto in legno, mentre il campo di gioco è in erba artificiale per ovvi motivi atmosferici.

Per la tifoseria locale viene aperto un piccolo settore in una tribuna laterale scoperta in tubi di ferro. Con poco più di 5.000 biglietti a disposizione, lo stadio risulta così effettivamente esaurito…

Prima della partita la tifoseria del Djurgarden s’incontra vicino allo stadio inscenando una sorta di vero e proprio “techno rave”, durante il quale si alzano i primi cori di sostegno e nemmeno l’arrivo della pioggia farà diminuire la loro passione o il loro calore…

Da qualche settimana la polizia in Svezia ha iniziato ufficialmente la sua battaglia contro l’uso di articoli pirotecnici allo stadio. Sono inoltre vietati bandiere di grosse dimensioni che possano essere usate, anche solo parzialmente, come copricurva e quindi poter accedere di soppiatto torce o fumogeni. Parimenti tante altre misure sono state adottate per tenere sotto controllo il tifo (dal divieto d’introduzione di tanto materiale di supporto al tifo stesso alla limitazione dei biglietti per il settore ospiti, etc.), provocando così l’ovvia reazione delle tifoserie incentrata su diverse azioni di protesta andate in scena durante le ultime partite.

Anche oggi, quando le squadre entrano il campo, il settore ospiti presenta un grande striscione con le parole: “Per una cultura di tifo libero”, mentre qualche istante dopo vengono accese tante torce. Anche durante il primo tempo, il bellissimo tifo è condito da tante bandiere sempre al vento e qualche altra torcia, nessuna delle quali viene lanciata in campo, a riprova che se si può arrivare a capire le ragioni dei signor censori sull’uso improprio, è invece del tutto stupido proibirle o perseguirle quando la loro azione è puramente coreografica.

I padroni di casa sono in numero limitato, dietro qualche piccolo striscione. Anche loro hanno alcune bandierine per colorare il proprio settore e nel secondo tempo si esibiranno anche in una sciarpata discreta. Fanno insomma tutto quel che è nelle loro forze per farsi notare, ma contro un settore ospiti così gremito e in spolvero, non possono far molto di più.

A fine partita, vittoria meritata per la squadra della capitale, con gli ultimi scampoli di tifo pieni di sentimenti da parte degli ultras del Djurgarden nei confronti dei loro giocatori, allorquando si presentano sotto la curva.

Quando esco dallo stadio per dirigermi verso il centro storico, mi pervade una certa soddisfazione nonostante il pieno diluvio. Il proseguo della contestazione degli ultras in Svezia contro la polizia, la lega calcio e il loro divieto di pirotecnica sarà una storia tutta da osservare e raccontare.

Jürgen De Meester