Domenica 11 novembre 2018, Montbéliard, stadio René Blum, in una piccola tribuna con solo trecentodieci posti seduti. Ci troviamo nell’Est della Francia, nella regione chiamata Franche Comté, a meno di cinquanta chilometri dai confini con la Germania e la Svizzera. In Francia, proprio questa domenica, commemoriamo i cento anni dall’armistizio della guerra del 1914-1918. Ma oggi a Montbéliard si pensa ad un’altra battaglia. Un conflitto che contrappone la dirigenza di un club e i suoi tifosi.

Poco tempo prima, il 1° novembre, la Tribune Nord Sochaux ha radunato tutti i tifosi del club alla partita dei ragazzi dell’Under 19 del proprio centro di formazione. Per sostenere la propria squadra sì, ma anche per ritrovare un tifo sano dentro uno stadio, dopo quattro mesi di protesta estrema. E soprattutto per lottare sempre e di più contro la direzione del Football Club Sochaux Montbéliard, qui di seguitto FCSM.

La protesta estrema è cominciata poco prima dell’inizio del campionato tuttora in corso. La Tribune Nord Sochaux, un gruppo di tifosi del club, in associazione con Planète Sochaux, un sito internet di appassionati, e con Sociochaux, un collettivo di vari tifosi, chiama al boicottaggio degli abbonamenti. Poi al boicottaggio di tutte le partite della propria squadra, sia in casa che in trasferta. Il motivo? In due settimane tutto è cambiato in seno al club.

La ditta cinese Ledus, (disastrosamente) alle redini dello storico club di Sochaux da tre anni, nomina alla gestione del club il Baskonia Alaves, una ditta Basca (Spagnola e non Francese), già detentrice di vari club sportivi come il Deportivo Alaves. In sintesi la Ledus paga il Baskonia per farle gestire il FCSM (ribattezzato dalla sua gente Football Club Ledus Baskonia) come le pare, incassandone gli utili e con la libertà di lasciare il club in qualsiasi momento.

L’obiettivo? Ridurre drasticamente i costi del club, perché la Ledus non ha più soldi da investire. Contratti non rispettati, giovani promesse cedute, nuovi giocatori esclusivamente in prestito per una stagione, allenatori e direttori sportivi che appartengono al Baskonia, ma anche nuovi giardinieri e dottori sottopagati…

In due settimane il club si ritrova radicalmente cambiato e una gran parte dei tifosi non riesce ovviamente a riconoscersi in questa gestione. L’ultimo orgoglio rimasto è il centro di formazione, anch’esso storico, con tutti questi giovani calciatori che lavorano per crescere. Il FCSM sta diventando un club “satellite” di un altro, la sua gestione non appartiene più al suo proprietario. Una situazione nuova in Francia, ma che esiste già da tempo in altri paesi. Ed è proprio questa perdita di identità che i tifosi non accettano.

Nel campionato di Serie B, dopo otto sconfitte in quattordici partite, il FCSM si gioca il fondo della classifica con gli storici nemici Nancy e Auxerre. Lo stadio è quasi vuoto e la mancanza di atmosfera non aiuta certo i giocatori a vincere. Fuori dallo stadio però si continua a radunare la gente, anche se oggi nel mondo sempre meno gente si interessa veramente ai problemi d’attualità. E quando si tratta di calcio, il più delle volte le pecore pagano, consumano uno spettacolo e lo pretendono, sul campo ma anche nelle curve. E quando questo spettacolo in curva non c’è più diventa immediato e facile criticare o insultare anziché provare a capirne i perché di quell’assenza. Ma magari quando la squadra va male, questo motivo semplice induce questa gente semplice, giornalisti compresi, ad ascoltare finalmente cosa hanno da dire quelli che lottano e boicottano.

La partita in questione inizia alle tre del pomeriggio, ma ad arrivare presto al raduno sono solo gli ultras e chi ha intrapreso la strada dell’attivismo diretto in tale causa. Diffidati compresi, onorevolmente presenti in questa circostanza sfidando ogni divieto loro imposto. Alle due, tutti i convenuti entrano nello stadio e si inizia a preparare lo spettacolo. Ma anche a distribuire volantini alla gente e a parlare con tutte e tutti quelli che hanno risposto alla chiamata.

È sempre difficile prevedere quante persone aspettarsi in certi casi, comunicando soltanto secondo i canoni dei tifosi, ma per la Tribune Nord Sochaux questo evento resterà indubbiamente e per sempre un bellissimo ricordo.

Nessun agente di sicurezza né da parte del club né da parte dello Stato, dunque… nessun problema! Un tifo appassionato con coreografia e fumogeni. Cinquecento tifosi nello stadio all’inizio della partita e più di settecento prima della fine. Una vittoria per 4 a 1 dei nostri giovani protagonisti e un favoloso finale di partita con un giocatore che prende il megafono per lanciare un coro, che i tifosi della tribuna centrale riprenderanno saltando con tutta la squadra, allenatore compreso (un mitico ex attacante del club) e il suo staff tecnico.

In definitiva, l’azione è stata una vittoria totale e un ulteriore colpo sulla pietra Ledus/Baskonia. La lotta contro questa gente continua, ma anche contro questo calcio che non ci vuole (proprio) più.

Enzo Gattigo