14 febbraio, San Valentino, festa degli innamorati. Capita di domenica e noi da malati inguaribilmente innamorati, seguiamo la nostra passione prendendoci tutti gli improperi possibili e immaginabili dalle nostre donne. Io non sono da meno e difatti quest’oggi, nonostante sia giorno di festa, mi sveglio presto per andare a seguire l’incontro in quel di Fermo tra Fermana e Campobasso.

È un po’ di tempo che manco da Fermo e non ho avuto ancora il piacere di vedere lo stadio rimesso a nuovo, quello della serie B per intenderci. Arrivo circa 3 ore prima e stavolta ho anche il tempo di farmi un giretto per il centro storico, dove c’ è la lunga via principale con monumenti e targhe murarie dedicate a personaggi storici come Leopardi, Augusto Murri, Mazzini. Mi diletto come un turista a vedere, purtroppo velocemente, chiese e palazzi di un tempo, poi il tempo scorre e mi concentro su Fermana-Campobasso, facendo la strada inversa per arrivare fino allo stadio intitolato a Bruno Recchioni, calciatore fermano martire di guerra, proprio come scritto all’entrata della tribuna coperta.

Mancano una quarantina di minuti e già sono dentro, curioso di vedere come sia migliorato questo tempio. In effetti la curva è stata ampliata, mentre il settore ospiti adesso è una capiente curva in ferro, invece di quei tre gradini di tribuna scoperta del passato, a sua volta rialzata e trasformata in tribuna stampa.

Poco prima dell’inizio della gara comincia a piovere, proprio quando la gente cominciava a prendere posto. Gli ultras gialloblu entrano tutti insieme e si posizionano a centro curva, gli ospiti sono una quarantina circa ed espongono in balconata gli stendardi SH e NUCLEO ZASSO, nella balaustra soprastante verranno esposti quelli dei club.

In questo girone la Sambenedettese sembra essere un gradino sopra alle altre e solo il Matelica, secondo, sembra reggere il passo della battistrada, per cui la gara odierna è più una lotta per un posto nei playoff visto che si confrontano sesta contro quinta.

Inizia la partita sotto una leggera ma fastidiosissima pioggerella ed i fermani si fanno subito sentire con cori accompagnati da buoni battimani e mani alzate, i campobassani invece partono un po’ lenti con qualche coro e sventolando la bandiera degli Smoked Heads più un altro paio di bandierine. Nel frattempo esce anche il sole, ma continua a piovere, per cui un bell’arcobaleno fa capolino tra tribuna coperta e settore ospiti rendendo il Recchioni, con le due tifoserie, una cartolina da tramandare ai posteri. Successivamente i molisani alzano uno striscione per il trentennale di uno dei gruppi storici della curva rossoblu, gli SMOKED HEADS: “9-2-1986 9-2-2016 UN VIAGGIO LUNGO 30 ANNI”.

Nonostante la pioggia scenda copiosamente i fermani cantano più che discretamente, sventolando le loro belle bandiere, mentre anche i campobassani, dopo un primo momento di stallo, tifano con buona continuità, accompagnando qualche coro con dei battimani.

Alla mezzora il Campobasso passa in vantaggio, facendo esultare il drappello di ultras al seguito. Le due tifoserie praticamente tiferanno di continuo ed anche il gioco sul rettangolo verde sarà piacevole, con fasi concitate durante il match che accompagneranno le squadre al riposo sul risultato di 0-1.

Nel secondo tempo, finalmente, la pioggia dà un po’ di tregua e si gioca sotto un bel sole che incentiva la prestazione di entrambe le tifoserie, sicuramente non numerose ma indubbiamente di qualità. In questa seconda frazione non si fermeranno praticamente mai, con delle piccole pause fisiologiche e di poco conto nella curva gialloblu che comunque sta perdendo, ma per il resto sono encomiabili e tifano con numerosi battimani e sventolando le bandiere. Stesso discorso per i Lupi, tifo continuo con più battimani e sbandierate rispetto alla prima parte di gara. Ciliegina sulla torta è nel finale, quasi al novantesimo, quando ci regaleranno due belle e fitte sciarpate quasi in contemporanea, con i marchigiani che partiranno leggermente prima e poi entrambe le fazioni le faranno roteare in area.

Triplice fischio dell’arbitro e squadre che vanno sotto le rispettive curve, con vincenti e vinti che applaudono i propri giocatori, ma stavolta dovrebbero essere i giocatori ad applaudire i loro tifosi per l’impegno ed il supporto dimostrato, soprattutto i fermani che benché sconfitti in casa vengono lo stesso incitati. Il loro mister Osvaldo Jaconi, icona della favola Castel di Sangro in serie B, nella sala stampa, alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se questa sconfitta ponesse fine al sogno playoff risponde secco che è ancora tutto da vedere, visto che un mese fa erano in piena zona play out. Se la squadra saprà far sua la grinta e la determinazione della propria tifoseria, sognare in effetti è sempre lecito.

Marco Gasparri.