SENTENZA ATALANTA-ROMA: SIAMO ALLA FOLLIA!
Si è concluso giovedì scorso il processo farsa, relativo agli incidenti post partita di Atalanta-Roma del novembre 2014. Una sentenza inaccettabile oltre che ingiusta, che ha visto infliggere ai 9 imputati la condanna in primo grado a 2 anni e 4 mesi di reclusione, non per gli incidenti, bensì per “minacce e aggressione” ad un dirigente della digos, “smemorato”, a cui è stato permesso di perfezionare la testimonianza di pari passo allo sgretolarsi dell’impianto accusatorio da lui stesso ideato. Sarebbe più semplice e scontato, per noi, vomitare tutta la rabbia nei confronti di chi, Via Noli in testa, ha dimostrato per l’ennesima volta di avere come unico interesse la criminalizzazione e l’annientamento del tifo organizzato a Bergamo; ci limiteremo tuttavia a ricordare i fatti, ampiamente sufficienti a smascherare la pochezza di questi piccoli uomini. Immediatamente dopo gli incidenti di Via Baioni, la polizia carica i tifosi che stazionavano pacificamente in viale 
Giulio Cesare, nei pressi del Baretto, arrestando 6 persone e riconoscendone successivamente 3. 

L’intento è per tutti chiaro fin da subito: ricollegare i fermati agli incidenti di cui sopra, per la quale, grazie anche ad una costruzione mediatica senza precedenti, viene proposto il reato di Devastazione e saccheggio (15 anni di reclusione!). Uno degli agenti dichiara addirittura di aver riconosciuto gli arrestati negli scontri. Una storia fantasiosa che si scioglie alla prima vera prova del nove, la visione dei filmati delle telecamere!. Si perché, “stranamente”, la Questura non se ne serve, saremo noi e i familiari dei fermati a richiederle a gran voce, ed infatti dalle immagini, emerge chiaramente come i ragazzi al momento degli scontri si trovassero a chiacchierare sorseggiando birra nei pressi del Baretto. Dopo 20 giorni i ragazzi vengono scarcerati e il Tribunale del Riesame fa cadere l’intero castello costruito dalla Questura tenendo in piedi soltanto, quasi per prassi, l’accusa di aggressione. Inizia il processo e il nostro encomiabile funzionario, al quale consigliamo un po’ di fosforo, dichiara di non ricordare dove ha subito le lesioni, al contrario dei suoi colleghi che, riferiscono chiaramente di essere stati feriti tutti, compreso il campione di memoria, negli incidenti di via Baioni. 

Finita qui?! Nemmeno per sogno, perché, curiosamente, dopo 4 anni il nostro paladino della giustizia cambia versione adattando il tutto allo sgretolarsi delle sue deliranti accuse, sostenendo questa volta , dopo aver recuperato la memoria, di essere stato ferito in Viale Giulio Cesare, nella carica da lui stesso voluta, dai ragazzi fermati. Poco importa se inizialmente le motivazione dell’arresto erano gli incidenti di Via Baioni. In qualsiasi altro ambito lavorativo errori così grossolani come quelli relativi alla gestione dell’ordine pubblico di Atalanta-Roma, con il flop totale inerente agli incidenti di via Baioni, sarebbero costati il posto di lavoro. In questura a Bergamo non è così, anzi, (arriva pure la promozione) non importa se non ne azzecchi una, l’ importante è reprimere indistintamente e mentire a più non posso per raggiungere lo scopo. Prova ne sono gli arresti di Viale Giulio Cesare e il continuo accanimento nei confronti di Claudio, ancora fuori dallo stadio nonostante le accuse riguardanti la vicenda della porchetta e la richiesta di violazione della sorveglianza speciale si siano rivelate un clamoroso flop! 

La cosa riguarda ognuno di noi indistintamente e, a prescindere dal nostro essere all’interno dello stadio. La sentenza di giovedì è qui a dimostrarlo, a tutti, non appassionati di calcio compresi. Se non prendiamo coscienza di ciò quanto prima subiremo inermi sempre più abusi di potere, allo stadio come nella vita. Nelle prossime settimane risponderemo a questa ennesima ondata repressiva attraverso varie iniziative che comunicheremo a breve, serve la presenza di tutti! 
Per i ragazzi condannati 
Per Claudio 
Per tutti 

PIÙ CI REPRIMETE PIÙ NOI RESISTIAMO!

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