Spal e Empoli non si affrontano dalla stagione 1995-1996, annata fortunata per i toscani che riuscirono ad ottenere la promozione nel campionato cadetto dopo la storica finale contro il Como disputata a Modena.
A distanza di 20 anni le due tifoserie tornano a incontrarsi, facendo rivivere nella massima serie il fascino del calcio di provincia.
Il Paolo Mazza è stato recentemente adeguato al massimo palcoscenico, mantenendo intatta la propria identità, a dimostrazione che spesso si può ammodernare il proprio impianto senza travolgerne la storia.
Lo stadio presenta un bel colpo d’occhio, cosa non scontata se consideriamo che molti dei tifosi ferraresi presenti quest’oggi allo stadio sono figli della doppia promozione dalla C alla A, e quindi abituati alle vittorie. In settimana la curva Ovest aveva invitato la tifoseria a portare allo stadio una bandiera per colorare con i propri colori lo stadio.
Già dal riscaldamento il settore di casa alza al cielo i propri vessilli e prova a spingere la squadra ad una vittoria che manca ormai da oltre un mese. La partita sul campo è combattuta ma un Empoli sprecone non chiude il risultato e si dovrà accontentare di un pareggio.
Dalla Toscana giungono quasi 400 tifosi, che mi colpiscono per numero e colore. Infatti, anche gli Empolesi sembrano raccogliere l’invito estense e si presentano a Ferrara con bandiere al seguito, vessilli alzati durante l’ingresso in campo dei giocatori.
Verso la fine del primo tempo, alla sinistra dello storico striscione dei Desperados, viene attaccato il drappo con il volto di Federico Aldrovandi, stendardo che il gruppo principale del tifo Empolese non era riuscito ad esporre nel corso del match.
Segnalo cori di sfottò da entrambe le parti, dovuti soprattutto alla presenza dei Boys Parma nel settore toscano. Se da una parte, infatti, si registrano cori contro Ferrara, dal settore di casa partono insulti rivolti solo ai parmigiani.
Sul versante dell’ordine pubblico nulla da segnalare.
Michele D’Urso