Al Campo dei Ferrovieri – sito a cavallo tra i quartieri romani di Montesacro e Nuovo Salario – va di scena il ritorno dei trentaduesimi di Coppa Italia tra Sporting Montesacro e Casal Barriera, entrambi militanti nella Promozione Laziale. Lo Sporting raccoglie l’eredità di una delle società più storiche e tradizionali della Capitale, quella Spes Montesacro attualmente esistente solo nelle categorie giovanili e rilevata qualche anno fa da Alberto Aquilani, ex centrocampista di Roma, Juve, Liverpool e Fiorentina.

Per l’occasione presenti entrambe le tifoserie, con i padroni di casa che si esibiscono in una bella coreografia composta da tre teloni su cui vengono rappresentati il simbolo del gruppo (la runa Tyr, Teiwaz nella mitologia norrena, che indica l’omonimo un Dio la cui mano venne mangiata da Fenrir il Lupo, storico nemico di Odino) che seppur generalmente nota in ambito politico, fa appunto parte dell’alfabeto runico norreno e simboleggia la vittoria eroica in chiave mitologica. Sul telone centrale campeggia lo stemma del quartiere Montesacro, mentre nell’ultimo telone è raffigurato lo stemma del comune di Roma. Successivamente viene esposto lo striscione Nunquam sine luce (Mai senza luce), che riprende il motto stampigliato sul gonfalone del quartiere.

Da sottolineare come gli ultras abbiano voluto continuare ad esporre e brandire striscioni e vessilli gialloneri, tradizionali colori della Spes non adottati tuttavia dall’attuale Sporting.

Per la cronaca sportiva, il match termina 2-1 per i padroni di casa che vengono tuttavia eliminati in virtù dell’1-0 patito nel match di andata (a questi livelli è rimasta valida la regola del gol in trasferta).

Redazione