Tempo di verdetti importanti per la Lega Pro, difatti in questa afosa domenica si disputano le gare di ritorno dei play out, una settimana dopo gli incontri d’andata. In questa giornata di fine maggio decido di andare a vedere il match del girone B, più precisamente quello che si gioca in Abruzzo fra Teramo e Lumezzane.

Dopo il pareggio per 1-1 dell’andata, quella odierna diventa decisamente una gara da dentro o fuori, tutto o niente, inferno o paradiso. Calcisticamente parlando e in parole povere: salvezza o retrocessione; con la compagine abruzzese che ha a disposizione due risultati su tre, avendo terminato il campionato meglio del Lumezzane.

A Teramo (dove due stagioni fa di questi tempi festeggiava un’incredibile promozione in Serie B, poi revocata) non si presenta molta gente, anche se sicuramente siamo oltre il trend stagionale, così alla fine gli spettatori paganti saranno oltre 2.200, con una ventina di tifosi provenienti direttamente da Lumezzane che prendono posto nel grande settore ospiti.

Gli ospiti non attaccano nessuno striscione sulla balaustra, ma solo un bandierone rossoblù, mentre gli ultras del diavolo entrano tutti insieme, poco prima del fischio d’inizio ed altri entreranno anche dopo il fischio iniziale, non facendo nulla di particolare ad inizio gara. Nella tribuna scoperta, dove prende posto il gruppo dei 1913, viene esposto uno striscione per l’ultras perugino Fabio Ercolanoni, scomparso e ritrovato privo di vita giorni dopo: “E ORA… TINGI IL CIELO DI BIANCOROSSO. CIAO NEVRY FRATELLO PERUGINO!”, mentre un altro esposto in alto, vicino al settore ospiti, è di sostegno alla squadra: “UN SOLO GRIDO DI BATTAGLIA! AVANTI DIAVOLO VINCI PER LA MAGLIA“.

I tifosi ospiti, quando le squadre entrano in campo, cercano di farsi notare sventolando un paio di bandiere ed agitando diverse magliette, poi il loro tifo sarà molto limitato: canterano semplicemente e solo di tanto in tanto “Lume, Lume” con tante pause a farla da padrone. In un primo momento la maggior parte delle persone segue la partita in piedi, ma dopo una ventina di minuti si sistemeranno a sedere e così sarà fino alla fine della prima frazione.

Passando ai padroni di casa, la curva biancorossa, pur non essendo molto numerosa, sosterrà il Diavolo abbastanza continuamente, facendosi vedere con discreti e tanti battimani e sventolando un paio di bandieroni praticamente senza sosta. Si nota la frattura tra curva e resto dei tifosi quando si alza il coro contro il presidente teramano Campitelli: il pubblico della tribuna coperta rumoreggia, in un primo momento, e fischia dopo che i cori si ripetono.

Nel secondo tempo i tifosi lombardi si limiteranno a guardare la partita da seduti ed i cori cantati si conteranno sulle dita di una mano, lasciando campo libero alle pause ed al silenzio. Per i padroni di casa il tifo sarà ancora continuo, come le sbandierate, nonostante il caldo. Sempre tanti i battimani ad accompagnare i cori, con taluni che vengono tenuti alzati per buona parte di tempo. Al ventesimo minuto anche loro espongono uno striscione per ricordare l’ultras del Perugia recentemente scomparso, firmato Sedici Gradoni: “ARRIVEDERCI NEVRY… SALUTA I RAGAZZI DELLA EST”. Per il resto gli ultras teramani continuano ad incitare la squadra cercando di aiutarla a vincere la partita e cantando che il pareggio serve a ben poco, Continuano inoltre ad essere intonati cori contro la presidenza, così da creare delle frizioni con la tribuna coperta che continua a non pensarla come la curva.

Dopo cinque minuti di recupero l’arbitro sancisce la fine delle ostilità con i padroni di casa che festeggiano questa sofferta salvezza, grazie alla miglior posizione in classifica al termine della regular season. Gli ultras festeggiano, anche se masticando amaro per il risultato e non si negheranno qualche coro per loro e polemico, ancora una volta, per la dirigenza. Il Lumezzane invece retrocede mestamente in serie D, dopo ben 24 anni di onorato professionismo, ma con ancora la carta del ripescaggio da sfruttare, se il presidente dei bresciani Cavagna vorrà.

Marco Gasparri.