Il Terracina torna a disputare una finale della Coppa Italia Dilettanti Lazio (Eccellenza) dopo ventotto anni, grazie alle tre reti segnate alla W3 Maccarese nella semifinale di ritorno giocata al “Colavolpe”, con le quali i tigrotti ribaltano la sconfitta di misura dell’andata.

Era il 6 gennaio 1996 quando i sostenitori tirrenici gremirono la tribuna del glorioso “Flaminio” di Roma per l’ultima finale giocata dagli anxuriani, che in quella occasione sfidarono l’Anziolavinio. La coppa fu vinta dai neroniani, ma il Terracina riuscì lo stesso a salire nell’allora Campionato Nazionale Dilettanti, vincendo il girone B dell’Eccellenza laziale con 13 punti di vantaggio sull’inseguitrice Pro Cisterna. Dopo quella promozione il Terracina avrebbe disputato otto stagioni consecutive nell’Interregionale, arrivando a sfiorare la C2 nel 1997-1998, in un torneo che vide i biancocelesti piazzarsi al terzo posto alle spalle del Giugliano e del Campobasso, dopo aver lottato a lungo per la vittoria finale (in quel raggruppamento erano presenti anche la Casertana e il Latina).

Tornando al presente, la risposta del pubblico terracinese a questa semifinale di ritorno è di quelle importanti: sono 1.200 gli spettatori che affollano le gradinate dell’impianto di Via Ceccaccio, un dato significativo se rapportato alla categoria e al giorno lavorativo.

Quando le squadre entrano in campo, gli ultras terracinesi colorano la curva con bandieroni, bandierine e stendardi a due aste, poi realizzano una splendida fumogenata tricolore, che replica quella dell’andata. Contemporaneamente srotolano uno striscione, che recita: “Una curva, una squadra, una città… insieme conquistiamo la finale”.

Nel corso della prima frazione la Curva Mare effettua un tifo di alto livello, che non conosce pause. In campo il Terracina si getta immediatamente all’attacco, con l’intento di ribaltare il gol subito al “W3 Stadium”. Le sortite offensive dei tigrotti portano al doppio vantaggio terracinese, grazie alle marcature di Curiale (7’) e di Bellante (39’), che mandano in visibilio lo stadio. I primi quarantacinque minuti si concludono con il Terracina avanti nel risultato e virtualmente in finale.

Nella ripresa la curva riprende immediatamente a tifare con la stessa intensità mostrata nel primo tempo. I cori sono soprattutto per la squadra e per la città; non mancano quelli per i rivali di sempre. Al 74’ la W3 Maccarese accorcia però le distanze con Carta, una rete che proietta momentaneamente i bianconeri in finale, dal momento che in questa competizione è ancora applicata la regola per la quale il gol segnato in trasferta vale doppio. La Curva Mare, nonostante la doccia fredda, non si abbatte, ma torna subito a incitare i giocatori in campo, spingendo la squadra alla ricerca di quella marcatura che varrebbe la qualificazione.

Gli sforzi della tifoseria vengono premiati dopo soli tre giri di lancette. È il minuto 77: Camara colpisce il pallone di testa su un cross di Carlini, il portiere ospite riesce a opporsi, ma Fioretti si avventa sulla respinta insaccando in rete. L’esultanza è accesa, il pubblico terracinese è in estasi. Tutta la squadra corre a festeggiare sotto la curva uno dei gol più importanti della storia recente del club tirrenico. Negli ultimi minuti la squadra ospite si getta all’attacco, ma i calciatori locali riescono a controllare la pressione degli avversari, sfiorando anche il quarto gol con Pagliaroli, che solo davanti al portiere, in contropiede, non riesce a depositare il pallone in rete.

Dopo sei minuti di recupero arriva il triplice fischio, che consegna alla squadra di casa l’accesso alla finale. I giocatori biancocelesti vanno a festeggiare con gli ultras una vittoria ottenuta anche grazie alla spinta della gente di Terracina. Nella finale del 7 febbraio i tigrotti affronteranno l’UniPomezia, diretta concorrente dei tirrenici anche nel girone B dell’Eccellenza laziale per la vittoria del torneo.