Immagini d’altri tempi allo stadio Manuzzi di Cesena in occasione del posticipo serale di lunedì tra i bianconeri romagnoli ed il Pescara. Sugli spalti è presente il pubblico delle grandi occasioni, tanto che si registrano poco più di 12.000 spettatori, con folta rappresentanza ospite, complice anche l’adesione alla Tessera “away” da parte di molti sostenitori della Curva Nord pescarese. E l’effetto visivo che ne deriva è di tutto rispetto, con la Curva Ferrovia del Manuzzi che una volta tanto si riempie abbondantemente anche nella parte alta, colorandosi di biancoazzurro grazie anche al contributo di striscioni e bandiere che, assieme all’accensione di diverse torce e all’esplosione di un discreto numero di bombe carta, contribuiranno a ricreare quell’atmosfera tanto anni ’80 e ’90 che è ormai quasi impossibile ritrovare all’interno di uno stadio italiano, soprattutto in serie B.

La Curva Mare espone uno striscione in ricordo del mai dimenticato presidente Edmeo Lugaresi, uno dei maggiori fautori delle fortune del Cesena Calcio, soprattutto durante gli anni ’80. Un romagnolo vero, sanguigno e ruspante, che è entrato di diritto nel ristretto circolo dei “grandi presidenti” del calcio italiano assieme ad altre figure indimenticabili come quelle di Romeo Anconetani e Costantino Rozzi.

Il tifo dei padroni di casa è come sempre continuo e incessante durante tutto l’arco dei novanta minuti, con pochissime flessioni giusto a ridosso della fine del primo tempo, salvo poi ripartire alla grande all’inizio della ripresa, con due belle sciarpate che si levano al cielo sulle note di alcuni classici cori della tradizione romagnola, una sorta di appuntamento fisso per chi da anni frequenta questi spalti. Degna di nota, anche stavolta, la partecipazione al tifo da parte dei tanti ragazzi che assistono al match nella parte bassa della curva, sempre in piedi e spesso a seguire i cori che vengono proposti da WSB & co. Come sempre, anche stavolta la gara in serale fa sì che sugli spalti della Curva Mare vengano accese svariate torce, in barba a tutti quegli inutili divieti e assurde restrizioni che caratterizzano oggi il nostro calcio. La carica di entusiasmo che la curva di casa riesce a trasmettere ai giocatori bianconeri, porta questi a raggiungere il goal, dopo ripetuti tentativi andati a vuoto e dopo un rigore sbagliato malamente nel primo tempo.

Sul fronte opposto, buona anche la performance di parte pescarese, con una prova di tifo apprezzabile per quasi tutta la durata del match, che non ho problemi a definire addirittura ottimo nella prima mezz’ora di gioco, salvo poi andare in calando durante il secondo tempo. Il goal del pareggio pescarese giunge come una manna dal cielo per i sostenitori ospiti e, nel contempo, come una doccia fredda per il pubblico romagnolo, che già assaporava il gusto dei tre punti al termine di una delle migliori prestazioni espresse finora dall’undici di mister Bisoli.

Tra le due curve si sprecano i cori offensivi, che danno vita a numerosi “botta e risposta” soprattutto prima dell’inizio del match e che non cessano di farsi sentire anche durante lo svolgimento dell’incontro. Un astio antico, frutto di una vecchia rivalità che si trascina fin dalla seconda metà degli anni ’80, quando entrambe le squadre erano dirette concorrenti per la promozione in serie A, prima, e nella lotta per non retrocedere dalla massima categoria, poi.

Infine, la novità del giorno, che è data dal gruppo dei “casuals” bianconeri, trasferitosi armi e bagagli nel primo anello dei distinti, giusto affianco al settore ospiti, in una posizione sicuramente più strategica  sotto diversi punti di vista. Non mancano gli scambi di “convenevoli” verbali con gli ospiti pescaresi, soprattutto nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo, cosa che comporta un dispiegamento più sostanzioso di stewards a far da “cuscinetto” (come se già non fossero sufficienti le barriere divisorie che dividono i due settori, dotate di vetri antisfondamento!) e, addirittura, l’ingresso nel settore cesenate di alcuni poliziotti in divisa.

Nel secondo tempo, tutto il gruppo dei “casuals” bianconeri viene invitato a posizionarsi nella parte alta del primo anello, in modo da non essere troppo a ridosso del terreno di gioco (occorre ricordare, infatti, che nel settore Distinti sono state eliminate tutte le barriere divisorie che separano gli spalti dal terreno di gioco), solo che tutti i buoni propositi vanno a farsi benedire nel momento in cui il giocatore del Cesena Granoche mette a segno il goal del vantaggio per i padroni di casa; infatti, sarà lo stesso calciatore a fiondarsi in direzione dei distinti per raccogliere gli abbracci da parte dei suddetti “casuals”, in perfetto stile inglese.

Ed è con questa immagine che vorrei ricordare questa giornata, ossia con l’unico “modello inglese” che tutti noi appassionati vorremmo vedere sempre all’interno dei nostri stadi, per provare a ricreare quell’atmosfera di festa e partecipazione collettiva che leggi liberticide e repressione indiscriminata stanno cercando di far scomparire.

Giangiuseppe Gassi.