Il solito manipolo mette la propria firma anche in questa partita casalinga. Il solito irriducibile manipolo targato Ideale Bari. Un “ideale” che concretamente si tramuta nell’impegno di creare un legame tra essere ultras, attività sportiva e impegno sociale. Più di tutto, il bisogno primario è quello di riscoprire la vera essenza del calcio, lontano da contratti milionari, scommesse illegali e mille altri veleni. Costruendo così una squadra che sia l’espressione del territorio e della città, realizzando un progetto di aggregazione, giovanile e non, che metta in secondo piano quanto avviene in campo o, quantomeno, lo renda funzionale ad un programma di più ampio respiro.
La gara in campo non entusiasma, 0-0 il risultato finale. Sul piano canoro, il gruppo sembra riflettere l’andamento del rettangolo verde: primo tempo a tratti e in sordina, larghe pause e qualche bel coro eseguito perfettamente. La loro presenza, almeno inizialmente, appare un po’ meno compatta del solito. Nel secondo tempo il gruppo prende maggiormente forma e sfoggia goliardia, cercando di portare gli undici in campo alla vittoria, ma quest’oggi non basterà il supporto degli spalti per portare a casa il bottino pieno. Nonostante tutto, bello il binomio e la simbiosi tra pubblico e chi scende in campo: il giusto schiaffo morale al calcio inteso come solo business, quel calcio che vuole fare della passione una mera merce e allo “Stato di polizia” che reprime queste espressioni genuine del tifo.
Massimo D’Innocenzi.