Cornice di pubblico nettamente diversa dall’ultimo incontro tra le due compagini, difatti nell’incontro del 6 aprile scorso, le due curve, così come tutto lo stadio, erano nettamente a corto di posti. Oggi, invece, visto il periodo prettamente vacanziero e la partita non proprio decisiva, il pubblico si attesta sulle 1.000 unità, ad essere generosi.
Voltando lo sguardo alle curve, la mia attenzione ricade prima su quella di casa, dove sono presenti circa un centinaio di ultras dietro le pezze di U.N. (il gruppo principale), Sezione e Gioventù Biancoblu, la cui pezza è capovolta in segno di protesta per i Da.Spo. piovuti dopo gli scontri di Vercelli.
Sul versante opposto sono 20 i neroverdi giunti in terra piemontese per questa partita. L’unico striscione che viene esposto è quello del club “Sasol”, presente anche nella sfida di campionato. Coerentemente con la decisione di non tesserarsi, il Clan Curva Nord, il gruppo ultras del Sassuolo, oggi non presenzia né dentro né fuori lo stadio. Come sempre, chi la pensa diversamente dal Palazzo, ne rimane fuori.
L’inizio non è dei migliori per gli ultras novaresi, visto che dopo solo 3’ il Sassuolo trova la rete con Laribi, bravo a battere Kosicky. Il gelo cala sugli spalti del Piola, mentre gli ospiti esplodono dalla gioia per il gol maturato in apertura.
Assorbito il colpo, gli ultras novaresi ingranano la marcia e iniziano a sostenere a gran voce i propri colori, chiedendo con insistenza il gol per gli ultras, tanto da spingere letteralmente Comi verso l’immediato pareggio, che arriva dopo soli 8 minuti; rete che getta benzina sul fuoco per gli ultras novaresi, che nonostante le poche presenze sanno farsi sentire.
L’entusiasmo per il pareggio spinge gli ultras a cercare di coinvolgere lo stadio intero, gridando a gran voce “Novara Novara”, ma il risultato non è dei migliori, infatti buona parte del pubblico si interessa più allo svolgersi della partita che a sostenere, anche per un secondo solo, la squadra. Andato fallito questo tentativo, gli ultras fanno capire che chi non vuole sostenere il Novara ha due alternative, stare a casa o andare a vedere la Pro Vercelli; sull’onda degli sfottò all’indirizzo dei rivali vercellesi, un forte “Chi non batte le mani è vercellese” fa partecipare buona parte del pubblico.
Dal versante ospite, il numero basso e la mancanza di ultras fanno sì che i sassolesi presenti facciano solo qualche coro, senza far mancare però una bella nota di colore grazie ai due bandieroni recanti uno i colori sociali, l’altro lo stemma del club “Sasol”; colore irrobustito anche da qualche bandierina che continuerà a sventolare per tutti i 120’ della partita.
Il primo tempo si conclude con la curva nord che chiede insistentemente la vittoria, stessa richiesta degli ospiti con continui incitamenti e applausi verso i propri giocatori.
Il secondo tempo si apre con i padroni di casa che ricordano due ultras novaresi prematuramente scomparsi (ciò avviene in tutte le partite, un bel gesto per ricordare amici e compagni di tifo che li guardano dall’alto). Vengono inoltre sostenuti tutti i diffidati con il classico “Diffidati sempre presenti”. Dopo qualche bordata di fischi per rifiatare e disturbare il possesso palla avversario, gli ultras azzurri ripartono con cori prolungati che evidenziano la loro presenza al fianco della squadra. Di certo il livello vocale è basso rispetto al campionato, ma non posso biasimare gli ultras presenti: loro danno il tutto per tutto, facendo capire che la loro raison d’etre, nella buona e nella cattiva sorte è il Novara, da biasimare sono invece gli assenti ingiustificati. Sui cori più prolungati, la nord fa sventolare due bei bandieroni che accendono la curva con i colori sociali: uno è interamente biancoblu, l’altro reca, oltre ai colori sociali, anche il nome del gruppo Sezione.
La partita in campo si infiamma e questo si ripercuote sugli spalti: il rilancio del portiere avversario, a maggior ragione che lo stesso difende i pali proprio sotto la Curva novarese, è accompagnato dal grido “Oooh Bastardo!”. Fatta questa divagazione sulle origini del portiere, i novaresi tornano a sostenere la squadra. Questo sfottò viene ribattuto dagli ospiti che, a loro volta, salutano il rilancio del portiere novarese con un “oh merda” che riesco distintamente a sentire dalla tribuna stampa.
Alcune scelte sbagliate dell’arbitro catalizzano l’attenzione degli ultras verso il direttore di gara, bersaglio di continui insulti, rimarcati anche dai fischi dello stadio intero.
I tempi regolamentari si concludono sul punteggio di 1-1, sono quindi necessari i supplementari per decretare il vincitore di questa partita. Il notevole dispendio vocale da parte degli ultras novaresi fa sì che, in questa frazione di gioco, i cori siano intervallati per permettere ai pochi presenti di rifiatare.
Purtroppo gli sforzi dei biancoblu sugli spalti sono vanificati dalle reti di Pavoletti e Farias che mandano ko la squadra piemontese. Buona parte del pubblico abbandona lo stadio, cosa che gli ultras non si sognerebbero mai di fare, infatti restano a sostenere i propri beniamini fino alla fine.
La partita si conclude con la nord che chiama la squadra sotto la curva, per tributare loro il giusto applauso, mentre i sassolesi possono festeggiare con i propri giocatori che si recano sotto il loro settore lanciando magliette e pantaloncini.
Alessio Farinelli.